Lateranense, al via il nuovo anno del Giovanni Paolo II

L’inaugurazione con la prolusione del cardinale George Pell, che ha ribadito: «Nel Sinodo nessuna menzione alla comunione ai divorziati risposati»

L’inaugurazione con la prolusione del cardinale George Pell, che ha ribadito: «Nel Sinodo appena concluso nessuna menzione alla comunione ai divorziati risposati»

Il nuovo anno accademico al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, il trentacinquesimo dalla fondazione, è iniziato ieri, martedì 27 ottobre, nel segno del Sinodo sulla famiglia che si è appena concluso. Alla cerimonia di apertura, il cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia, che ha colto l’occasione per fare chiarezza riguardo alla confusione creata dai media sulla questione della comunione ai divorziati risposati. «Alcuni – ha detto – pensavano che il Sinodo avrebbe permesso ai cattolici divorziati e risposati di tornare ad accostarsi alla comunione. Il testo del Sinodo approvato però non fa alcuna menzione riguardo alla comunione a divorziati e risposati civilmente. Alcuni – ha aggiunto – non sono rimasti soddisfatti di questo risultato e non siamo sorpresi di apprendere che al “Sinodo parallelo dei media” si sia proclamato rapidamente e nel torto che la Chiesa sia aperta a tale possibilità, quando il testo non dice nulla del genere».

Nel corso della cerimonia è stato proposto il tema teologico e pastorale della dimensione sacramentale della misericordia. Il Giubileo è ormai alle porte e, come ha ricordato il cardinale vicario Agostino Vallini, Gran Cancelliere dell’ateneo, nel messaggio inviato per occasione, «invita non solo ogni singolo credente ma anche ogni realtà ecclesiale a riscoprire e vivere le opere di misericordia». Il preside del Giovanni Paolo II monsignor Livio Melina ha affermato che proprio adesso «bisogna raccogliere con cuore aperto i frutti del cammino compiuto a livello sinodale, perché il nostro servizio alla Chiesa diventi ancora più impegnativo». Secondo monsignor Melina, oggi «la famiglia concreta è ferita soprattutto dell’emotivismo», perché l’amore è spesso ridotto «a un’emozione priva di legami di ogni consistenza e della possibilità di permanere nel tempo, costruendo una storia, nella fedeltà agli impegni e nell’apertura generosa alla procreazione e all’educazione dei figli. La famiglia non si può curare con una misericordia liquida, che nasconde le ferite, ma non le guarisce». Per questo «occorre proporre il volto di una vera misericordia che passa attraverso il corpo e la storia».

Quella storia che vede spesso l’uomo «svalutato», ha osservato ancora il cardinale Pell. «”Che cos’è l’uomo?” Per troppi ormai questa domanda – ha commentato – sembra quasi superflua, se non addirittura senza risposta. E spesso l’uomo si trova da solo a dover lottare, per trovare la sua identità e la sua dignità, in un mondo che sembra apprezzare l’umanità solo come un’altra risorsa da sfruttare».

L’Istituto Giovanni Paolo II fu voluto personalmente dal pontefice santo di cui porta il nome con una missione annunciata dallo stesso Papa Wojtyla nel discorso ai docenti e agli alunni del 19 dicembre 1981: «Approfondire sempre più la conoscenza della verità del matrimonio e della famiglia». Secondo il cardinale Pell, Papa Francesco ha capito la crisi che colpisce oggi la famiglia, e con il Sinodo ha cercato di riunire la Chiesa per riflettere insieme su questa sfida. «Troppo spesso – ha affermato – la società non è chiara su ciò che costituisce una famiglia. Ma la fede cattolica mette in luce e conferisce una dignità più alta sulla sua natura. In questo modo l’amore che si trova in una famiglia è in grado di fornire all’uomo il contesto in cui trovare la risposta alla sua domanda fondamentale: che cosa è l’uomo?».

“Fede, famiglia e finanza oggi”: questo il tema della prolusione proposta dal porporato, che ha sottolineato il ruolo del denaro, «importante nella vita della famiglia», in quanto «comporta certezza per la crescita dei figli», ma che spesso però «toglie dignità all’uomo». Per questo, ha continuato, «non è sorprendente che esso sia causa di litigi nei matrimoni. Con questi retroscena diventa basilare che le economie siano veramente concentrate sulla famiglia e che concedano benefici adeguati alle necessità reali». (Alessandro Filippelli)

28 ottobre 2015