L’assegno unico per figlio, contro l’inverno demografico

Il Forum famiglie torna in piazza, davanti a Montecitorio, con passeggini e seggiolini vuoti per chiedere l’impegno della politica a sostegno della natalità

Più che una manifestazione, il triste presagio di quello che potrebbe essere il futuro dell’Italia. Un futuro neanche molto lontano. Un centinaio di passeggini e seggiolini vuoti sono stati sistemati ieri pomeriggio, giovedì 17 ottobre, in piazza Monte Citorio dal Forum delle associazioni familiari. Un flash-mob silenzioso davanti ai luoghi in cui si decide il destino del Paese, la Camera dei Deputati e, poco più avanti, Palazzo Chigi. Ancora una volta l’intento è quello di richiamare l’attenzione della politica italiana, dei media, dei sindacati e delle imprese sulla denatalità. L’Italia è in recessione demografica e un cambio di rotta è possibile solo se si torna «a mettere risorse nelle tasche delle famiglie», ha affermato Gianluigi De Palo, presidente nazionale del Forum famiglie.

“Figlio=bene comune”, “nascite zero, futuro nero”, “le famiglie non sono il problema ma la soluzione”, “#assegnounico subito”. Queste le frasi scritte a caratteri cubitali in rosso e blu sui cartelloni collocati sui passeggini al posto dei bambini. Quella dell’assegno unico per figlio è una delle proposte da tempo avanzate dalla rete di associazioni familiari: «Una risposta coerente e immediata» all’inverno demografico, è stato ribadito più volte durante la manifestazione pacifica e non polemica come hanno sottolineato gli organizzatori. Secondo De Palo potrebbe essere «quella riforma strutturale che può cambiare un po’ l’Italia».

La proposta, ha ricordato il presidente del Forum, ha incassato l’approvazione da parte di tutti i leader politici da Salvini a Di Maio, da Zingaretti a Carfagna, a Meloni e Boschi. «Tutti sono d’accordo che c’è la necessità di fare l’assegno unico; adesso è tempo di agire». In linea con quanto già avviene in altri Paesi, il Forum chiede l’assegnazione di 240/250 euro mensili per ogni figlio, contributo che può permettere alle famiglie «di vivere dignitosamente senza costringere i propri figli ad andare all’estero per realizzare i propri sogni», ha aggiunto De Palo,  per il quale oggi il tema della denatalità non deve essere più appannaggio esclusivo del Forum perché in un Paese senza figli non ci sono pensioni, non c’è welfare, non c’è sanità, in una parola «non c’è futuro».

 

 

 

 

 

Tra le tante mamme in piazza anche l’attrice Beatrice Fazi, volto noto del cinema e della tv. È mamma di quattro figli, la più grande ha 17 anni e la più piccola quattro, e si definisce «cintura nera di riciclo di vestiti tra fratelli e cugini. Ho vissuto periodi di grande precarietà – ha affermato -. Se mi fossi spaventata non avrei fatto neanche un figlio». Racconta di aver trovato aiuto nella fede e sostegno in una rete di famiglie e comprende bene il timore dei giovani nel creare famiglie ma li invita a non perdere la speranza perché «ne va del bene del Paese. La famiglia non è il problema ma la soluzione di tanti problemi». Anche l’attore Giovanni Scifoni, ora impegnato in teatro con lo spettacolo “Santo piacere. Dio è contento quando godo”, ha rimarcato che oggi in Italia «si fanno bonus per i decoder, per ristrutturare case, per i cellulari e per i condizionatori ma nessuna idea di futuro per la famiglia. Si parla tanto di asili nido ma a cosa servono se domani non ci saranno più figli?».

Accanto a De Palo, le vice presidenti del Forum delle associazioni familiari Emma Ciccarelli e Maria Grazia Colombo, rispettivamente mamme di quattro e sei figli. «Se abbiamo fatto dei figli è perché è bello e non perché in Italia vieni aiutato – ha detto Ciccarelli -. Ogni anno ci sono 70mila studenti in meno e questo vuol dire 500 cattedre in meno. In dieci anni avremo un milione di studenti in meno e di conseguenza 55mila cattedre in meno». Colombo ha invece lanciato un allarme sull’incidenza della povertà per le coppie con figli evidenziando che «quando nasce un bambino per un famiglia aumenta il rischio di povertà. Con il terzo figlio oggi il 42% delle famiglie sono povere o a rischio di esclusione sociale».

18 ottobre 2019