L’ascolto, «fondamentale perché la comunicazione diventi misericordia»

Monsignor Viganò alla Chiesa degli artisti per l’incontro sul tema della 50° Giornata mondiale. Il premio Paoline Comunicazione e Cultura a Rupnik

Alla Chiesa degli artisti l’incontro sul tema della 50° Giornata mondiale, con Dario Edoardo Viganò. A Rupnik il premio Paoline Comunicazione e Cultura 2016

«Dall’ascolto di Maria fu generato l’Altissimo. Quando una parola matura dall’ascolto, che è limitazione di sé, è sempre una parola che porta vita». Monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, ricorda le parole di Efrem il Siro. Con un suo verso spiega l’importanza biblica dell’ascolto, poi indica quella quotidiana: «È l’elemento fondamentale perché la comunicazione possa diventare misericordia». Il tema della cinquantesima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali è stato argomento di un confronto a Santa Maria in Montesanto, nella Chiesa degli artisti, ieri, lunedì 23 maggio, nel giorno in cui il Papa ha lanciato un messaggio chiaro su Twitter: «In un mondo diviso, comunicare con misericordia significa contribuire alla prossimità tra i figli di Dio».

«Tra comunicazione e misericordia si realizza un incontro profondo, un incontro fecondo», ha ribadito in apertura don Walter Insero, rettore della basilica e incaricato dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, che ha organizzato l’appuntamento insieme alla onlus Paoline Comunicazione e Cultura. Per i giornalisti diventa tale «quando, raccontando un evento, non si chiudono le prospettive di speranza», ha affermato monsignor Viganò nel corso dell’incontro, moderato dalla giornalista Safiria Leccese. Citando un passaggio dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’”, ha poi ribadito l’importanza di capovolgere la prospettiva: «Spesso i centri di produzione di notizie sono nel centro e raramente si accorgono delle periferie. Il Papa invece dice che conoscendo quelle periferie si possono raccontare meglio le loro difficoltà e conoscere davvero il centro».

Un’altra condizione per una comunicazione cristiana è stata indicata dal vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli, autore del libro-intervista a Francesco “Il nome di Dio è Misericordia”: «I cristiani non devono limitarsi a dire la verità, ma devono anche far emergere dal loro racconto il messaggio del Vangelo». E proprio citando un passaggio della lunga intervista al Papa ha indicato un episodio che testimonia come le parole possano ferire o aiutare le persone: «Francesco racconta di un incontro, quando era rettore del Collegio Massimo dei gesuiti in Argentina, con una madre che aveva dei bambini piccoli ed era stata abbandonata dal marito. In parrocchia le veniva donato spesso un pacco con alimenti, ma quando non riusciva a sfamare i suoi bambini si prostituiva. Un giorno questa donna andò in parrocchia a cercare Bergoglio. Voleva ringraziarlo. Lui pensava che fosse per il cibo, invece era perché non aveva mai smesso di chiamarla signora».

L’incontro è stato anche occasione per consegnare il premio “Paoline Comunicazione e Cultura 2016” a padre Marko Ivan Rupnik, teologo e artista gesuita che ha raffigurato il logo del Giubileo. «Dopo che mi è stato chiesto di realizzarlo, ho ricordato l’immagine di Francesco con una pecora sulle spalle. Così la scelta è stata facile – ha spiegato -. È un simbolo che ricorda l’episodio del pastore che va a cercare la pecora smarrita perché le vuole tutte e cento con sé. Un’immagine che mostra il senso della misericordia, che è una dimensione di Dio che copre la distanza tra Dio vivente e uomo morto. Nella comunicazione si manifesta proprio attraverso l’ascolto. Più una persona impara ad ascoltare, più impara a comunicare».

Un altro appuntamento giubilare organizzato dall’Ufficio delle comunicazioni sociali del Vicariato insieme alla Chiesa degli artisti sarà il pellegrinaggio in Terra Santa, dal 29 settembre al 6 ottobre.

24 maggio 2016