L’«arte dello Stato», mostra a Castel Sant’Angelo

Le acquisizioni del ministero dei Beni culturali tra recuperi, lasciti e donazioni, esposte fino a novembre: vedute di Roma e autoritratti

Le acquisizioni del ministero dei Beni culturali tra recuperi, lasciti e donazioni, esposte fino a novembre: vedute di Roma e autoritratti

Opere d’arte ottenute dallo Stato attraverso acquisti e recuperi oppure con lasciti e donazioni di privati cittadini come un atto d’amore verso il patrimonio culturale italiano. Per la prima volta tutte queste opere saranno visitabili nella mostra «Lo stato dell’arte – l’arte dello Stato. Le acquisizioni del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Colmare le lacune – ricucire la storia», che sarà presentata domani al Museo Nazionale di Castel Sant’ Angelo e che sarà visitabile da martedì 26 maggio fino al 29 novembre. A idearla, il Centro europeo per il turismo, con il Polo museale del Lazio.

«Lo Stato – spiegano i curatori della mostra Maria Grazia Bernardini e Mario Lollo Ghetti – in questi anni ha continuato a volte silenziosamente, a volte con più clamore, a lavorare per acquisire opere d’arte. La mostra vuole raccontare le ragioni che hanno portato funzionari e direttori ad individuarle. Nell’esposizione molti di questi beni saranno accostati ad opere del museo o del monumento a cui sono attualmente destinate, per far comprendere come il nuovo arrivato contribuisca a completare un insieme o a colmare un’intollerabile lacuna».

L’esposizione sarà suddivisa in quattro sessioni che racconteranno la vita di questi beni artistici e le diverse collocazioni che hanno avuto nel corso degli anni. Si parte da «Restare a casa», cioè da quelle opere a cui si sono evitati, tramite trattative, disastrosi traslochi, per poi proseguire con «Tornare a casa», dove saranno esposti quei beni ricollocati nei luoghi per cui erano stati concepiti, come nel caso delle sculture romane dell’area del Santuario di Diana a Nemi, nel Lazio. E poi c’è una sezione dedicata ad «Integrare le collezioni», suddivisa in cinque parti, che raccontano in che modo sono stati fatti degli acquisti mirati a colmare le lacune più evidenti nel percorso espositivo dei singoli musei, il ricongiungimento di opere storiche grazie a recuperi di pezzi provenienti da antiche collezioni, i ritratti dei membri di alcune dinastie regnanti dell’Italia preunitaria fatti tornare nei loro contesti d’origine, il ricomponimento di polittici riacquistati dallo Stato.

E sempre nella sezione «Integrare le collezioni», sono collocate anche quelle opere che narrano una storia legata a fatti importanti della cultura e della storia dell’arte italiana, come alcuni quadri che raccontano la fine della dinastia dei Medici. L’ultima sezione è «Continuare la tradizione», dedicata al proseguimento della politica delle acquisizioni su due casi molto importanti: la collezione degli autoritratti degli Uffizi e la conservazione dei rami originali con vedute di Roma provenienti dall’Istituto centrale per la grafica della capitale. La mostra resterà aperta dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19, con l’ultimo ingresso alle 18.30.

 

25 maggio 2015