L’arrivo in volata del Giro d’Italia sul traguardo dei Fori Imperiali

L’edizione 2023 della Corsa Rosa – che per la quinta volta si è conclusa a Roma – va allo sloveno Primoz Roglic, premiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sul podio con lui Geraint Thomas e Joao Almeida. L’entusiasmo e l’affetto di romani e turisti

All’ombra della Città Eterna la maglia rosa si conquista in pochi attimi. Sono millesimi di secondo cruciali quelli che accompagnano i ciclisti al traguardo sotto l’Altare della Patria. Non è la prima volta che Roma ospita l’ultima tappa del Giro d’Italia, vinta quest’anno allo sprint dal britannico Mark Cavendish. La prima è stata nel 1909 (anno di nascita dell’evento sportivo) con la vittoria di Luigi Ganna. Poi, due anni dopo, con il trionfo di Carlo Galetti. E ancora nel 1950 quando, per la prima volta, vinse un ciclista non italiano: lo svizzero Hugo Koblet. Infine, nel 2009 e nel 2018 rispettivamente con la vittoria del russo Denis Menchov e dell’inglese Christopher Froome.

Tutte tappe indimenticabili per gli appassionati. Proprio come quella di quest’anno che ha consegnato la maglia rosa al ciclista sloveno Primoz Roglic. «È un giorno spettacolare», ha detto a caldo dopo aver tagliato il traguardo alzando le braccia al cielo, prima di salire sul podio davanti al britannico Geraint Thomas e al portoghese Joao Almeida. A premiarlo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: è la prima volta nella storia che un capo dello Stato partecipa alla premiazione del Giro. Con lui, anche l’ex presidente sloveno Borut Pahor.

Quella di Roglic era una vittoria preannunciata dall’impresa del giorno prima sul Monte Lussari. Anche i non esperti che assistono al Giro seduti sugli spalti tra il Colosseo e l’Altare della Patria percepiscono l’esito della gara. «Sarebbe bello se vincesse un italiano, ma ormai sembra abbia già vinto uno straniero», commenta Fabrizio, arrivato da Guidonia con la sua famiglia per assistere alla prima tappa del Giro della sua vita. Come lui sono in tanti ad affacciarsi al percorso allestito nel cuore della Capitale. Sotto il sole cocente di fine maggio i turisti si mescolano ai romani: tutti incuriositi dal passaggio dei ciclisti sui sanpietrini. «Volevo vedere questa tappa», racconta Angelo. Ha superato gli 80 anni e pedalava fino a tre anni fa, proprio come sua figlia che lo accompagna. «L’ho visto altre due volte», aggiunge ricordando le edizioni in cui il Giro ha attraversato le strade di Nettuno, la sua città.

Ai varchi di accesso i contapersone aggiungono ogni entrata e sottraggono le uscite in un via vai che dura tutto il pomeriggio mentre Roma è divisa in due, paralizzata dalla manifestazione. «Abbiamo stimato una capienza massima di circa 20mila persone», dice uno degli addetti alla sicurezza. C’è chi gira costeggiando le transenne per sfiorare con lo sguardo gli atleti di passaggio e chi, invece, cerca di conquistare i migliori posti in tribuna. I papà si affacciano alla pista sollevando i figli in spalla. «Guarda, guarda: c’è Bebe Vio!», esclama un uomo indicando a suo figlio il passaggio della campionessa paralimpica tra gli spettatori in via dei Fori Imperiali. «Siamo qui per divertirci, non tifiamo nessuno in particolare», dice Alberto, che per l’occasione sta ospitando a casa il suo amico Cristiano.

«Mi piace molto assistere al Giro», racconta Vincenzo. Ha il braccio sollevato per riprendere il passaggio fulmineo degli atleti con il suo cellulare. «Seguo il ciclismo da quando ero bambino, è una passione che mi ha tramandato mio padre», racconta citando le gesta dell’ex ciclista Vincenzo Nibali. «Sono un appassionato e anche un praticante», racconta un papà di Benevento. È lì con sua moglie e i suoi due figli per sostenere il 25enne Einer Rubio, vincitore della 13ª tappa del Giro: «Sono suo amico – spiega -, perché si allena a Benevento e in passato ho dato una mano alla sua squadra». A portare a casa l’ultima tappa del giro però è il ciclista britannico Cavendish: «Vincere oggi a Roma è qualcosa di molto speciale, è qualcosa di straordinario», dice emozionato annunciando che questa è stata l’ultima tappa del Giro d’Italia della sua carriera. Man mano che passano i giri, cresce la tensione tra gli atleti. E l’esultanza del pubblico si trasforma in sana tensione intorno alle 18.30. Quando Primoz Roglic taglia il traguardo della 106ª edizione del Giro è un boato di entusiasmo sotto il cielo di Roma.

29 maggio 2023