L’arrivo dei Magi nel presepe vivente di Porta Asinaria

L’allestimento a ridosso della cattedrale di Roma, già visitato da oltre 26mila persone, li vedrà arrivare domenica 6 gennaio con il loro cammello, portando ricchi doni. Il 13 gennaio la chiusura

Arriveranno anche i Re Magi con il loro cammello, domenica 6 gennaio, nel presepe vivente di Porta Asinaria, a ridosso della cattedrale di Roma, la basilica di San Giovanni in Laterano. Inaugurato il 23 dicembre scorso, l’allestimento – intitolato “Venite adoremus” – è stato già visitato da oltre 26mila persone: romani ma anche «tantissimi turisti, arrivati da altre parti d’Italia e dall’estero. Dall’America, dal Giappone, dalla Cina, dalla Spagna». A raccontarlo è padre Dario Frattini, il parroco della comunità di San Giulio, alla quale si deve il presepe vivente, che ha anche il patrocinio del Vicariato di Roma e di Roma Capitale. Un’iniziativa inaugurata nel Natale del 2017, con l’obiettivo di raccogliere fondi per riparare la chiesa di via Francesco Maidalchini, a Monteverde, in ricostruzione da maggio del 2016. I parrocchiani di San Giulio, da allora, partecipano alle celebrazioni in una tensostruttura allestita nelle vicinanze. «Speriamo di poter rientrare nella nostra chiesa nel 2019», auspica padre Dario. Per raggiungere questo obiettivo, da tre anni la comunità realizza il presepe vivente, che dal 2017 si fa a Porta Asinaria. «Non c’è luogo migliore per un presepe – spiega padre Dario -, perché siamo vicini alla statua di san Francesco benedicente, che fu il primo a realizzare un presepe vivente, a Greccio. E poi proprio al poverello di Assisi il Crocifisso disse: “Va’ e ripara la mia chiesa”».

L’ingresso a “Venite adoremus” è gratuito ma si conta sulla generosità dei visitatori. A tutti, in ogni caso, viene chiesto come prima cosa di apporre la loro firma sul libro del censore, all’ingresso, proprio come accadeva nella Betlemme di duemila anni fa. Per quanti ancora non lo hanno visitato, c’è tempo fino al 13 gennaio: “Venite adoremus” resterà aperto i pomeriggi dalle 16.30 alle 19.30; il 6 gennaio, con l’arrivo dei Re Magi, anche la mattina dalle 10 alle 13; giovedì 10 la mattina per le scuole; il 12 gennaio dalle 16.30 alle 19.30. Domenica 13 ultimo giorno di apertura: dalle 10 alle 13 e poi dalle 16.30 alle 19.30, con il concerto del Coro Altrenote. Nel pomeriggio di domenica 6, invece, si esibirà un coro gospel.

«In parrocchia stiamo ricevendo tantissime telefonate di ringraziamento – racconta il parroco – da parte di persone che hanno visitato il presepe vivente e ne sono rimaste colpite. Ci chiamano soprattutto genitori, mamme e papà che sono venuti con i bambini, e che ci stanno già chiedendo di replicare l’anno prossimo». Gli abiti dell’epoca cuciti dalle volontarie della parrocchia, il palazzo di Re Erode con le guardie armate di lance e scudi e gli antichi mestieri rappresentati: dalle filatrici al falegname, dal fabbro al ramaio. Tutto contribuisce a ricreare l’atmosfera di quel tempo lontano. Oltre duecento i figuranti impegnati, tutti volontari. Coinvolti anche tanti amici della comunità che hanno offerto aiuto e materiale gratuitamente: dal gruppo storico di Piubega, nel mantovano, agli scenografi di Cinecittà Fratelli De Angelis, che hanno prestato anfore, colonne, fontane in cartongesso o polistirolo; allo Zoo Grunwald, che ha portato gli animali.
«Quella del presepe vivente è un’esperienza bellissima – conclude il parroco di San Giulio -. Le persone di oggi hanno bisogno di cose semplici, di armonia, di serenità, ed è quello che abbiamo voluto offrire. La risposta c’è stata, ed è stata altissima. Papa Francesco da sempre punta sulla Chiesa come popolo, e il popolo di Dio in questa esperienza è stato protagonista, un popolo che ci tiene a fare memoria di questo figlio che Dio ci ha donato».

3 gennaio 2019