L’appello di Francesco per la 24 ore per il Signore

Al termine dell’udienza del mercoledì, il Papa ha ricordato la liturgia penitenziale del 9 marzo nella basilica di San Pietro. «Mi auguro che le nostre Chiese possano rimanere aperte a lungo»

Il Papa ha ricordato l’appuntamento davanti agli 11mila fedeli presenti questa mattina, 7 marzo, all’udienza generale, distribuiti tra Aula Paolo VI e basilica: «Venerdì prossimo, nella basilica di San Pietro, celebrerò la liturgia penitenziale per la tradizionale 24 Ore per il Signore». Quindi, prima dei saluti in lingua italiana, l’appello: «Mi auguro che le nostre Chiese possano rimanere aperte a lungo per accogliere quanti vorranno prepararsi alla Santa Pasqua, celebrando il sacramento della riconciliazione, e sperimentare in questo modo la misericordia di Dio».

Tra i gruppi di fedeli, Francesco ha salutato in particolare la delegazione della “fiaccola benedettina”, accompagnata dall’arcivescovo Renato Boccardo. Ma prima, attirato dal festoso chiasso di moltissimi gruppi di fedeli che lo acclamavano a gran voce, ha scherzato a braccio: «A questo punto ho un dubbio. Non so quali siano più rumorosi: gli italiani, i portoghesi brasiliani, gli spagnoli americani… Grazie per il vostro rumore!», il tributo a tutti.

Nelle parole del Papa anche il ricordo dei Giochi paralimpici invernali che si apriranno tra due giorni nella città di PyeongChang, in Corea del Sud, che ha ospitato recentemente le Olimpiadi. «Queste hanno mostrato come lo sport può tendere ponti tra Paesi in conflitto e dare un valido contributo a prospettive di pace tra i popoli», le parole di Francesco, secondo cui «i Giochi paralimpici, ancora di più, attestano che attraverso lo sport si possono superare le proprie disabilità. Gli atleti e le atlete paralimpici sono per tutti esempio di coraggio, di costanza, di tenacia nel non lasciarsi vincere dai limiti – l’omaggio del Papa -. Lo sport appare così una grande scuola di inclusione ma anche di ispirazione per la propria vita e di impegno a trasformare la società». Il pontefice ha rivolto quindi il suo saluto «al Comitato paralimpico internazionale, agli atleti e alle atlete, alle autorità e al popolo coreano. Assicuro la mia preghiera – ha detto – perché questo evento possa favorire giorni di pace e di gioia per tutti».

7 marzo 2018