L’appello di Caritas internationalis: anche ad Aleppo, “Peace is possible”

Nuova campagna per la Siria in vista del Natale. Preoccupazione per la sorte di 250mila civili intrappolati nella Capitale. «Negoziazioni politiche»

Nuova campagna per la Siria in vista del Natale. Preoccupazione per la sorte di 250mila civili intrappolati nella Capitale. «Negoziazioni politiche per porre fine alla guerra»

«È il momento per negoziazioni politiche per porre fine alla guerra». Sono le dichiarazioni che arrivano da Caritas internationalis che proprio ieri, 15 dicembre, ha lanciato il nuovo appello “Siamo tutti con Aleppo”, per una «immediata fine del conflitto, per la protezione delle vite dei civili e la possibilità che gli aiuti umanitari raggiungano tutte le persone in difficoltà». Al centro, la preoccupazione per la sorte di circa 250mila civili intrappolati ad Aleppo, ora che il governo siriano ha ripreso il controllo della città.

In occasione del Natale, dunque, Caritas internationalis propone una campagna per la pace nel Paese. «Sembra che in Siria sia sempre inverno e mai Natale – denuncia in un messaggio di Natale il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas internationalis -. Sono cinque anni che il popolo soffre a causa dei crudeli venti di guerra. Milioni di persone sono senza casa e coloro che hanno un riparo non hanno riscaldamento o elettricità. Anche il personale Caritas inizia a bruciare i mobili per riscaldarsi. Le scuole ancora aperte non possono più pagare il combustibile e i bambini devono avvolgersi in grandi coperte durante le lezioni per restare seduti nei propri banchi». 

Anche il patriarca Gregorio III Laham, capo della Chiesa cattolica greco-melchita, chiede alle organizzazioni umanitarie di «alleviare la tragedia e la sofferenza del popolo di Aleppo».  Al momento infatti per la rete Caritas la Siria è divenuta la più grande emergenza da fronteggiare, con 13,5 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza e 6 milioni e mezzo di rifugiati interni.

16 dicembre 2016