L’appello di Bartolomeo per il Medio Oriente: «Basta con la guerra»

A Loppiano per la la laurea honoris causa in Cultura dell’unità, il patriarca ha parlato «ai potenti del mondo»: «Mettere fine al conflitto in Siria»

A Loppiano per la la laurea honoris causa in Cultura dell’unità, ha parlato «ai potenti del mondo» il patriarca ecumenico di Costantinopoli: «Mettere fine al conflitto in Siria»

Da Loppiano, dove ha ricevuto la prima laurea honoris causa dell’Istituto universitario Sophia in Cultura dell’unità, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha rivolto «ai potenti del mondo» il suo appello per la pace in Medio Oriente, e in particolare in Siria.
«Preghiamo ogni giorno – ha detto -. Dico che la soluzione di questo problema o piuttosto di questa tragedia è far terminare la guerra in Medio Oriente, in Siria. Se la guerra continua i profughi verranno ogni giorno di più verso l’Occidente. La tragedia continuerà». I grandi poteri del mondo, ha proseguito il patriarca, «devono mettere fine a questa guerra fratricida che continua da cinque anni ed ha già provocato la morte di 340mila innocenti. In Turchia, come sapete, abbiamo 2 milioni di profughi dalla Siria. Il governo turco ha aperto le frontiere, ha accolto questi poveri uomini, famiglie, ragazzi siriani che hanno perso tutto. Ma non basta perché i profughi continuano a venire a causa della guerra. Bisogna terminare con la guerra».
Ricordando poi il messaggio autografo ricevuto da Francesco per l’occasione, Bartolomeo ha commentato: «Tornerò a Istanbul più forte, più sicuro di avere a Roma un fratello che desidera tanto lavorare con noi e pregare per far accelerare l’unità delle nostre Chiese. È normale e naturale – ha dichiarato – che mi senta felice e commosso di ricevere il primo dottorato honoris causa che l’Istituto universitario Sophia ha voluto dare a me. Io sono il primo  ma la mia gioia è il messaggio che Papa Francesco, mio fratello molto amato, ha voluto indirizzarmi stasera che rende la mia felicità molto più grande e sentita».
Un messaggio, quello di Francesco, nel quale il pontefice ha espresso nuovamente la determinazione a lavorare per l’unità. «Da nostra parte e cioè da parte del Patriarcato ecumenico – ha proseguito Bartolomeo -, sono felice di poter assicurare Sua Santità e voi tutti che mi ascoltate della simile determinazione della nostra Chiesa di Costantinopoli di far progredire il dialogo ecumenico in genere ma in particolare tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica». Chiese «sorelle», che sono «molto più vicine che con altre Chiese e denominazioni cristiane e perciò dobbiamo avanzare», ha detto Bartolomeo. Questo, ha evidenziato, era il messaggio che «il Papa ci ha dato venendo a Costantinopoli l’anno scorso nella nostra festa patronale. Questo è il desiderio comune che abbiamo espresso a Gerusalemme nel maggio 2014 quando ci siano incontrati in Terra Santa per celebrare il 50° anniversario dell’incontro storico dei nostri predecessori». Quindi il ricordo è andato all’inizio del pontificato di Francesco, quando «ho avuto la gioia di essere presente personalmente al suo insediamento e abbiamo avuto una mezza ora di incontro privato: abbiamo detto che dobbiamo lavorare e pregare intensamente per l’unità delle nostre Chiese, per la ricomposizione dell’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa».
27 ottobre 2015