L’appello dell’Unicef per Haiti: servono 122 milioni di dollari

La richiesta per rispondere ai bisogni umanitari di 1,6 milioni di persone, tra cui 800mila bambini. «Una delle crisi più complesse degli ultimi anni»

Dall’Unicef arriva un nuovo appello per Haiti: servono 122,2 milioni di dollari per rispondere ai bisogni umanitari di 1,6 milioni di persone, tra cui 800mila bambini, ad Haiti. Una cifra circa tre volte maggiore rispetto alla richiesta di inizio anno di fondi di emergenza per il Paese, colpito il 14 agosto scorso da un terremoto di magnitudo 7,2, che ha devastato i dipartimenti sud-occidentali di Sud, Grand’Anse e Nippes. La situazione si è aggravata poi due giorni dopo, il 16 agosto, a causa delle forti piogge della depressione tropicale Grace.

Il rappresentante Unicef per Haiti Bruno Maes parla di «una delle crisi umanitarie più complesse degli ultimi anni. Prima del terremoto – racconta – i bambini stavano già soffrendo per gli alti tassi di malnutrizione, lo sfollamento causato dalla violenza delle gang e gli impatti secondari del Covid-19. Ma in questo momento i loro bisogni umanitari sono più acuti che mai, poiché intere famiglie hanno perso tutto, comprese le case, le scuole, l’accesso all’acqua e alle strutture sanitarie. Molte vite dipendono da quanti aiuti umanitari saremo in grado di fornire e quanto velocemente».

Oltre 2.200 morti, 12.200 feriti e 130mila case distrutte: questo il bilancio dei disastri naturali che hanno colpito Haiti, proprio mentre si stava riprendendo dall’assassinio del presidente Jovenel Moise, il 7 luglio, e da un’escalation della violenza tra le gang che ha causato lo sfollamento di 19mila persone ma ne ha colpite, in generale, molte di più: 1,5 milioni. Il risultato: migliaia di persone sono in urgente bisogno di assistenza. L’Humanitarian needs overview, pubblicato a marzo 2021, ha stimato che 4,4 milioni di persone si trovavano in condizioni di insicurezza alimentare, 217mila bambini soffrivano di malnutrizione acuta globale e 2,95 milioni di persone, tra cui 1,2 milioni di bambini e 400mila donne in gravidanza e ragazze adolescenti, avevano bisogno di assistenza sanitaria di emergenza. La priorità dell’Unicef, assicurano dal Fondo delle Nazioni Unite, è rispondere ai bisogni urgenti: all’inizio del terremoto ha consegnato forniture mediche essenziali ai principali ospedali del Sud per raggiungere 30mila persone in due mesi; quindi ha fornito acqua pulita e aiuti igienico-sanitari a oltre 108mila donne e bambini colpiti. Tutto questo ricevendo, finora, meno del 32% dei fondi necessari.

8 settembre 2021