L’appello delle Chiese ucraine per «una pace giusta»

In vista del secondo anniversario dell’invasione, la richiesta alla comunità internazionale di impegnarsi per il ritorno di bambini, civili e prigionieri di guerra

Alla vigilia del secondo anniversario dell’invasione russa su larga scala in Ucraina, domani, 24 febbraio 2024, è stato diffuso anche in Italia un appello del Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose. Destinatari: la comunità internazionale, «i leader religiosi e politici dei vari Paesi», sollecitati a «continuare nel loro impegno per proteggere l’Ucraina dall’aggressione russa, per assistere coloro che stanno soffrendo per le conseguenze di questa guerra. Questo – si legge nel testo – include il ritorno in Ucraina dei bambini, dei civili e dei prigionieri di guerra ucraini deportati illegalmente dalla Russia». Infine, «esortiamo a continuare l’impegno per promuovere la vittoria e l’instaurazione di una pace giusta e duratura in Ucraina».

I leader delle religioni ricordano che «la guerra di aggressione che la Russia conduce contro l’Ucraina dal 2014, violando le norme e regolamenti internazionali, ha causato enormi sofferenze al popolo ucraino. Questa guerra – evidenziano – ha provocato la morte di centinaia di migliaia di persone e brutali violazioni dei diritti umani e delle libertà civili nei territori temporaneamente occupati, inclusi la sistematica violazione della libertà religiosa e la distruzione di città e infrastrutture civili. Tale guerra, ha generato la più grande crisi migratoria in Europa dall’epoca della seconda guerra mondiale».

Per «il nemico», il piano era quello di «assediare l’Ucraina in poco tempo». Non aveva previsto due elementi: «In primo luogo, l’aiuto di Dio all’Ucraina e, in secondo luogo, la resilienza e lo spirito incrollabile del popolo ucraino, che proviene da Dio». I rappresentanti delle Chiese e delle religioni esprimono quindi la loro «gratitudine ai soldati ucraini», impegnati «per la difesa e la libertà dell’Ucraina». Fanno memoria di «ogni difensore che ha sacrificato la propria vita per l’Ucraina» e di «ogni famiglia ucraina che ha sofferto per le conseguenze della guerra!».

Nel testo dell’appello, «profonda gratitudine» anche per le organizzazioni di volontariato, la società civile e i partner internazionali, le Chiese e tutte le persone di buona volontà che «con parole e azioni concrete» aiutano gli ucraini nel «proteggere la libertà e l’indipendenza della patria dall’invasione russa, oltre che nel mitigare le sofferenze causate dalla guerra». Nella conclusione, poi, le parole rivolte direttamente al popolo ucraino: «Lo esortiamo a rimanere coraggioso in questa lotta del bene contro il male, a credere nella vittoria della luce sulle tenebre, a sostenervi a vicenda, a essere uniti e mantenere l’unità. Vi esortiamo – scrivono i leader religiosi -a non “arrendervi” per via della stanchezza o indignazione per le sfide interne, a non recepire la propaganda del nemico sulla “rassegnazione” riguardo all’occupazione, e ad avanzare insieme verso una grande Vittoria e verso l’affermazione di una pace giusta».

23 febbraio 2024