L’appello del Papa: «Scambio generale di prigionieri tra Russia e Ucraina»
Le parole al Regina Coeli. Assicurata la disponibilità della Santa Sede a favorire ogni sforzo a riguardo. La guerra intanto si intensifica a Kharkiv. Kiev: «Il nemico viene contenuto e non si espande». Situazione «particolarmente tesa» anche nel Donetsk
«Mentre celebriamo l’Ascensione del Signore Risorto, che ci rende liberi e ci vuole liberi, rinnovo il mio appello per uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina, assicurando la disponibilità della Santa Sede a favorire ogni sforzo a tale riguardo, soprattutto per quelli gravemente feriti e malati». Al termine della preghiera del Regina Coeli, ieri, 12 maggio, in piazza San Pietro, il Papa ha fatto risuonare ancora la sua voce, esortando a «continuare a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, in Israele, in Myanmar. Preghiamo per la pace», l’invito rivolto ai fedeli.
Le parole di Francesco, che continua instancabile a lanciare i suoi appelli e a impegnare la diplomazia della Santa Sede per arrivare alla pace, arrivano in un momento in cui la guerra in Ucraina sembra vivere un nuovo capitolo, che si gioca tutto nella zona nord della regione di Kharkiv, dove lo scenario si evolve di ora in ora. Per Mosca, si tratta di un’avanzata che avvicina l’epilogo per la resistenza ucraina. Kiev, d’altro canto, denuncia da tempo la minaccia di un’offensiva russa in primavera-estate, chiedendo nuovi aiuti ai Paesi occidentali
Stando al ministero della Difesa russo, le truppe hanno catturato diversi villaggi di confine nella regione di Kharkiv. Al contempo, l’esercito russo ha anche conquistato un altro paese, Keramik, nel Donetsk. «La situazione sta cambiando rapidamente – afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – e porta, di fatto, a un collasso totale per Kiev». Di feroci combattimenti in quei villaggi racchiusi nella «zona grigia» del nuovo fronte parla anche il governatore della regione di Kharkiv Oleg Sinegubov. «Il nemico viene contenuto e non si espande», afferma, riferendo di una situazione «sotto controllo». Nel frattempo però sono iniziate le prime evacuazioni di migliaia di persone dai territori vicini.
«Le nostre operazioni difensive continuano da due giorni vicino ai villaggi di Strilecha, Krasne, Morokhovets, Oliynykove, Lukiantsi, Hatyshche e Pletenivka. Si tratta di villaggi di confine», rassicura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ribadendo che sono state inviate a nord alcune truppe di rinforzo. «Anche la situazione nella regione di Donetsk rimane particolarmente tesa», aggiunge. Lo stesso Stato maggiore di Kiev nel report di ieri, 12 maggio, specifica che nelle ultime 48 ore l’esercito di Mosca ha attaccato l’Ucraina su tutta la linea del fronte, con 155 combattimenti in totale sul terreno, una decina di attacchi missilistici e centinaia di aerei. Oltre alle infrastrutture, colpiti anche condomìni e abitazioni private. Dall’altra part del fronte, secondo i dati forniti dall’Ucraina, i soldati russi morti nei combattimenti sono almeno 1.260. Il Cremlino, rilevano da Kiev, continua a subire gravi perdite in battaglia
Continuano, intanto, anche i contro attacchi di Kiev oltre il confine ucraino, così come l’offensiva contro il petrolio russo. L’intelligence militare ucraina ha rivendicato di aver colpito una raffineria Lukoil nella città russa di Volgograd. L’Ucraina, insomma, cerca di controbattere all’avanzata russa nord, che prepara l’assalto finale a Kharkiv e Sumy. E chiede all’Occidente «sufficiente equipaggiamento militare», nelle parole del consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak, che fanno eco a quelle del presidente Zelensky.
Guardando ai possibili scenari futuri, di fronte al possibile attacco «decisivo» della Russia contro l’Ucraina, il portavoce del Cremlino Peskov avverte che «gli europei stanno rischiando il tutto per tutto con dichiarazioni che alimentano deliberatamente la tensione». Il riferimento è al dibattito scatenato dalle parole del presidente francese Emmanuel Macron sul possibile schieramento di truppe Nato in difesa di Kiev. Per il ministro degli Esteri britannico David Cameron, «è un momento estremamente pericoloso» per l’Ucraina. Diverso il parere del titolare della Farnesina, il vice premier Antonio Tajani. «Non sottovaluterei ma nemmeno drammatizzerei la situazione», afferma, aggiungendo che «bisogna seguire con la massima attenzione le mosse di Mosca. Ma non ci sono pericoli di attacchi alla Nato, lo escludo», rassicura.
13 maggio 2024