L’appello del Papa per il Venezuela: «Si cerchi soluzione»

Le parole al termine del Regina Coeli del 30 aprile: «Crisi umanitaria, sociale, politica ed economica». Il ricordo della Giornata per l’Università Cattolica

Le parole al termine del Regina Coeli del 30 aprile: «Crisi umanitaria, sociale, politica ed economica». Il ricordo della Giornata per l’Università Cattolica

Concludendo la preghiera del Regina Coeli, domenica 30 aprile in piazza San Pietro, Papa Francesco ha ricordato che «non cessano di giungere drammatiche notizie sulla situazione in Venezuela. Mentre mi unisco al dolore dei familiari delle vittime, per le quali assicuro preghiere di suffragio – ha detto -, rivolgo un accorato appello al governo e a tutte le componenti della società venezuelana affinché venga evitata ogni ulteriore forma di violenza, siano rispettati i diritti umani e si cerchino soluzioni negoziate alla grave crisi umanitaria, sociale, politica ed economica che sta stremando la popolazione».

Francesco ha elevato a Maria la preghiera per chiedere pace, riconciliazione e democrazia nel Paese. Quindi, tornando all’Italia, ha ricordato la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Incoraggio a sostenere questa importante istituzione – ha detto -, che continua a investire sulla formazione dei giovani per migliorare il mondo». Infine la gratitudine a «Maria nostra Madre» per il viaggio apostolico in Egitto appena compiuto. «Chiedo al Signore – le parole di Francesco – che benedica tutto il popolo egiziano, tanto accogliente, le autorità e i fedeli cristiani e musulmani, e che doni pace a quel Paese».

Di Venezuela il Papa aveva parlato anche tornando dall’Egitto, conversando sull’aereo con i giornalisti. Riguardo a un nuovo intervento della Santa Sede aveva specificato: «Penso che si debba realizzare sotto condizioni; condizioni molto chiare. Ogni cosa che si deva fare per il Venezuela sarà fatto ma con le garanzie necessari». Al momento, informa l’Agenzia Fides, il presidente Nicolas Maduro ha annunciato di voler convocare una “Assemblea Costituente del popolo”, per riformare la struttura giuridica dello Stato e «portare la pace nel nostro Paese». La cosa è considerata golpista dall’opposizione, che chiede libere elezioni per mettere fine al regime politico di Maduro. A livello internazionale sono otto i Paesi della regione (Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Perù, Paraguay, Uruguay e Brasile) che hanno chiesto di restituire i poteri al Parlamento e liberare i prigionieri politici che hanno manifestato contro il governo di Maduro. «Essenziale – si legge nella dichiarazione congiunta che hanno firmato – avere chiare condizioni per una soluzione negoziata alla crisi politica, economica e umanitaria in questo Paese fratello».

2 maggio 2017