L’appello del Papa per il Myanmar: «Apriamo il cuore ai rifugiati»

Al termine dell’Angelus: «Supplichiamo di permettere corridoi umanitari e che luoghi di culto, scuole e ospedali siano rispettati come luoghi di rifugio»

«Noi supplichiamo con tutta la gentilezza di permettere corridoi umanitari e che chiese, pagode, monasteri, moschee, templi, come pure scuole e ospedali siano rispettati come luoghi neutrali di rifugio». Riprende le parole dei presuli l’appello per il Myanmar lanciato ieri, 20 giugno, da Papa Francesco al termine della preghiera dell’Angelus. «Unisco la mia voce a quella dei vescovi del Myanmar – ha detto -, che la scorsa settimana hanno lanciato un appello richiamando all’attenzione del mondo intero l’esperienza straziante di migliaia di persone che in quel Paese sono sfollate e stanno morendo di fame».

L’auspicio di Francesco è che «il Cuore di Cristo tocchi i cuori di tutti portando pace nel Myanmar!». Quindi il Papa ha ricordato la Giornata mondiale del rifugiato, per lanciare anche un altro appello: «Apriamo il nostro cuore ai rifugiati; facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza! E così, tutti insieme, faremo crescere una comunità più umana, una sola grande famiglia».

21 giugno 2021