L’appello dei pediatri: riaprire scuole e spazi educativi

Al centro i danni psicologici prodotti dal prolungato isolamento, che ha esasperato le disuguaglianze sociali. Basso invece il richio di contagio da Covid-19

Sono circa 30 i pediatri di tutto il territorio nazionale che firmano l’appello per riaprire rapidamente scuole e spazi educativi, prevedendo iniziative di sostegno per i bambini con difficoltà. Alla base la preoccupazione – a fronte di un rischio bassissimo di contagio da Covid-19 –  per i danni psicologici e educativi prodotti dal prolungato isolamento, che ha peraltro esasperato le disuguaglianze sociali.

«I bambini si ammalano poco», affermano gli specialisti – tra cui anche Stefano Vicari, Giorgio Tamburlini, Andrea Biondi, Giovanni Corsello e Franca Fagioli -, e «quando lo fanno, le manifestazioni cliniche sono lievi». Certo, possono «albergare il virus, e verosimilmente trasmetterlo, ma la possibilità di trasmissione è estremamente bassa». Viceversa, «si stanno accumulando le evidenze sui danni collaterali provocati in bambini dalle conseguenze del lockdown e soprattutto della chiusura prolungata, molto prolungata, di servizi educativi e scuole».

Per i pediatri «si sta accumulando un ritardo educativo, che per la maggioranza (secondo i dati prodotti dalle indagini di Save the Children e della Comunità di Sant’Egidio, almeno 6 su 10) è molto rilevante». A queto si associano, ancora, «manifestazioni di disagio psicologico, aumentato rischio di violenza subita o assistita, riduzione di qualità degli apporti alimentari, riduzione dei supporti abilitativi e a volte strettamente medici per bambini affetti da disabilità o patologie croniche». Di qui la necessità di «scelte equilibrate» che minimizzino il rischio infettivo e «riducano e prevengano i rilevanti danni» legati al prolungato lockdown.

Gli specialisti non hanno dubbi: è «urgente cambiare rotta, se si vuole evitare che alla crisi sanitaria e a quella economica si aggiunga una crisi educativa e sociale dalle conseguenze pesanti per tutti i bambini e drammatiche per una consistente minoranza, che già in precedenza viveva situazioni di difficoltà di apprendimento». L’esortazione è quindi a «riaprire sollecitamente spazi ludici con componenti educative» e a «mettere in campo iniziative specifiche di supporto per quei bambini, che gli insegnanti e gli educatori già conoscono, con difficoltà specifiche».

5 giugno 2020