L’anno nuovo di Idlib (Siria), iniziato con 9 bambini uccisi

A denunciarlo, Save the Children. Il dato relativo soltanto alla prima settimana di gennaio. A peggiorare la situazione, il freddo rigido dell’inverno siriano

9 bambini uccisi soltanto nella prima settimana. È iniziato così l’anno nuovo a Idlib, in Siria, dove le violenze nel corso del 2019 hanno provocato la morte di un bambino al giorno. A diffondere i dati è Save the Children, che parla di 36 bambini in tutto che hanno già perso la vita dall’inizio dell’escalation del conflitto, a dicembre, mentre circa 30mila persone sono state costrette a fuggire, svuotando di fatto alcune delle principali città della zona. In seguito alla precedente escalation cominciata a fine aprile 2019, a Idlib erano stati uccisi in un mese più bambini che in tutto il 2018. In particolare, dal 30 aprile al 25 luglio scorsi, prima che fosse annunciato un cessate il fuoco ad agosto, le vittime tra i minori ammontavano a 90.

Per Sonia Kush, direttrice dell’emergenza in Siria per Save the Children, «un bambino al giorno che perde la vita a Idlib è una cifra semplicemente inaccettabile. Il numero di vittime a Idlib continua a crescere e le famiglie continuano a perdere i loro amati bambini, la cui vita viene spezzata a causa di un conflitto brutale che non risparmia nessuno. Hurras Network, il partner con cui operiamo sul territorio – prosegue -, sta documentando accuratamente il bilancio delle vittime e sappiamo che i numeri potrebbero essere anche più alti». A peggiorare ulteriormente la situazione, «il rigido inverno e le basse temperature che stanno esacerbando la situazione di estrema necessità dei bambini e delle loro famiglie». A Idlib, riferisce ancora Kush, «centinaia di persone dormono per strada perché non hanno un posto dove andare dopo che i bombardamenti aerei e i combattimenti a terra hanno svuotato la città di Maarat Al Numan e le aree circostanti. Molti stanno cercando rifugio nelle moschee, nei magazzini vuoti e nelle fattorie».

Nelle ultime settimane, 12 campi di sfollati nel nord-ovest della Siria sono stati inondati dalle alluvioni e questo rende ancora più difficile, per le famiglie, combattere il freddo anche a causa della carenza di carburante. Save the Children chiede quindi «a tutte le parti di fermare questa guerra sui bambini: il conflitto in corso non può più continuare a violare i diritti umani e le leggi internazionali, che sono nate proprio per proteggere i bambini vulnerabili. Tutto ciò non può continuare a essere la normalità per i bambini in Siria», conclude Khush.

10 gennaio 2020