Lampedusa, Centro Astalli: «Patto europeo che superi il regolamento di Dublino»

Dai Gesuiti, profonda preoccupazione per quanto sta accadendo in questi giorni. Compresa la morte di un neonato. L’invito a «rimettere al centro le persone»

Il Centro Astalli esprime profonda preoccupazione per quanto sta accadendo a Lampedusa, dove nelle scorse ore si sono consumati degli scontri tra la polizia e le persone migranti. Questa notizia giunge poco dopo quella della morte di un neonato di 5 mesi caduto in mare poco prima che la barca su cui viaggiava con altre 46 persone tra cui la madre, una ragazza minorenne in fuga dalla Guinea, venisse soccorsa dalla Guardia costiera davanti alle coste di Lampedusa.

«Sono giorni complessi, la cui risposta non può essere bloccare le partenze e quindi gli arrivi – dichiara il presidente del Centro Astalli padre Camillo Ripamonti -. Assistiamo a scontri e proteste che coinvolgono persone inermi, molte tra loro sono vittime di violenze nei Paesi di origine e in quelli di transito, stremate da viaggi lunghi e pericolosi. Al di là degli orientamenti politici, occorre rimettere al centro le persone per affrontare con lungimiranza un fenomeno che non accennerà a diminuire solo con azioni dissuasive». Ancora, «occorre mettere in atto misure per salvare vite in mare, attivare canali e visti umanitari e gestire l’accoglienza in modo proporzionato e dignitoso. Occorre un piano europeo per l’accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo e rifugiati nei 27 Stati membri che superi il Regolamento di Dublino e che non sia gestito solo su base volontaria».

L’Europa, esorta Ripamonti, «non volga lo sguardo altrove. L’Italia sia motore europeo di umanità. Le persone scappano dalla guerra, da regimi illiberali e da miseria. Evitare le partenze non è possibile e non può essere la soluzione», conclude.

15 settembre 2023