Lamorgese (Interno): «Firmato un protocollo per aprire corridoi umanitari dalla Libia»

L’annuncio nell’incontro “Governare le migrazioni”, organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Impagliazzo (Sant’Egidio): «Prassi da generalizzare»

Un protocollo, con il Dipartimento per le libertà civili, per riportare dalla Libia 500 migranti attraverso i corridoi umanitari. Lo ha annunciato ieri, 16 giugno, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, a margine dell’incontro organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, dedicato proprio al tema “Governare le migrazioni. La buona pratica dei corridoi umanitari”. L’accordo prevede il coinvolgimento dell’Unhcr e sarà gestito dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, che prenderanno in carico 200 profughi, e dallo Stato italiano, che si occuperà dell’evacuazione di 300 persone. «Si tratta del primo accordo del genere in Europa», fanno sapere dalla Comunità di Sant’Egidio.

La titolare del Viminale non ha dubbi: «Ci vuole un buon governo delle migrazioni, perché la pandemia ha influito anche sui numeri. Da una parte – ha spiegato – i numeri sono aumentati perché chi è senza speranza nel proprio Paese cerca di trovare una vita dignitosa altrove. Dall’altra parte, c’è un fenomeno su cui non possiamo tacere: il traffico di persone; e le reti criminali che vanno perseguite». Diritti e doveri, insomma, «viaggiano di pari passo». In questo contesto, secondo Lamorgese, «non si può consegnare il problema soltanto ai Paesi di primo approdo. Servono solidarietà e responsabilità, soprattutto in Europa, con la quale c’è un dialogo costruttivo». Tra le proposte, quella di rivedere il decreto flussi e di esaminare la possibilità di concedere «permessi di lavoro a tempo», per permettere ai migranti di entrare e uscire dai loro Paesi a seconda delle offerte di lavoro ricevute.

Per il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo – anche lui all’incontro -, «i corridoi umanitari sono una prassi da generalizzare, nei Paesi di primo asilo». Impagliazzo ha salutato con favore la decisione del premier Mario Draghi di collocare la questione migratoria al centro del prossimo G7 e ha chiesto di «permettere sponsorship private nella legge sull’immigrazione». A tutt’oggi, i corridoi umanitari, promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Cei e dalla Federazione delle Chiese evangeliche d’Italia, hanno permesso a 3.500 migranti di raggiungere in sicurezza i loro Paesi di destinazione.

«Indipendentemente dal fatto che siamo cristiani, credenti, musulmani, tutti apparteniamo alla stessa natura umana», l’appello del presidente Cei Gualtiero Bassetti a conclusione dell’incontro, sulla scorta della Fratelli tutti. Nelle parole del cardinale, «il corridoio umanitario è espressione di accoglienza, di solidarietà, di fraternità, di integrazione che è necessaria e che va legata alla legalità, all’accompagnamento». Il modello è quello del Buon Samaritano: «Chi ha coraggio di chinarsi sulle piaghe è il vero fratello. Anche la Chiesa italiana, nel suo cammino sinodale – ha concluso – vuole fino in fondo chinarsi sull’umanità. Chinarsi sul fratello ferito è ciò che Cristo chiede a noi credenti».

17 giugno 2021