L’alta quota, “antidoto” per l’asma allergico

Partito il progetto del Bambino Gesù “Respirare secondo natura”, che ha portato a Misurina 25 pazienti con l’obiettivo di imparare a gestire la malattia

Tornare a respirare a pieni polmoni in alta quota, lontani dalle sostanze allergizzanti o irritanti – acari, pollini, inquinamento -, controllando i sintomi dell’asma e imparando a gestire la malattia grazie a un apposito programma studiato per loro da un team di specialisti. Questo l’obiettivo del progetto “Respirare secondo natura”, che vede coinvolti fino al 14 luglio 25 giovani pazienti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù affetti da asma allergico grave. Un’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Bambino Gesù onlus, grazie alla convenzione triennale stipulata con l’Istituto Pio XII di Misurina, in Veneto, centro di eccellenza per la diagnosi, la cura e la riabilitazione in alta quota dei disturbi del respiro in età pediatrica. Disturbi che colpiscono in Italia il 10% dei bambini, il 5% dei quali affetto da asma “difficile” o “grave” persistente: le forme più resistenti alle normali terapie.

Ai piedi delle Dolomiti di Cadore, 1.756 metri di altitudine, un ambiente libero da inquinanti e allergeni che innescano l’infiammazione delle vie aree in chi soffre di asma. Per il campus di Misurina di quest’anno sono stati selezionati 25 bambini e ragazzi dai 7 ai 18 anni, seguiti nel reparto di Broncopneumologia dell’ospedale pediatrico, diretto da Renato Cutrera. Sono affetti da asma “difficile”, la forma che beneficia maggiormente di un programma educazionale appositamente svolto e delle particolari condizioni ambientali dell’alta quota. A cominciare dall’aria più rarefatta, con minore densità, che facilita il respiro. Durante il soggiorno, insieme ai familiari, il gruppo partecipa a un programma che spiega come comprendere e gestire la malattia anche attraverso una corretta somministrazione delle terapie e l’abitudine all’attività fisica, studiato da un’équipe interdisciplinare di specialisti. L’obiettivo: «Tenere l’asma sotto controllo – spiegano dal Bambino Gesù – e, più in generale, migliorare la qualità della vita dei ragazzi, anche una volta rientrati in città». I risultati emersi verranno poi confrontati con quelli registrati 6 mesi prima e 6 mesi dopo la permanenza in alta quota.

Con i giovani pazienti in alta quota c’è il broncopneumologo del Bambino Gesù Antonio Di Marco. «Il soggiorno climatico a Misurina – spiega – è al tempo stesso terapeutico ed educazionale. Il programma prevede il coinvolgimento delle famiglie nella gestione della malattia e delle sue complicanze e ogni giorno un’equipe interdisciplinare valuta la funzione respiratoria, le performance fisiche e bisogni psicologici dei ragazzi. Il gruppo partecipa ad escursioni a intensità crescente che servono per abituarli gradualmente all’attività fisica. I benefici del soggiorno in alta quota – prosegue Di Marco – si protraggono poi nel tempo, anche al rientro in città, sia sul fronte delle risposte infiammatorie che dell’attitudine al movimento, molto importante in caso di asma».

4 luglio 2019