La visita e la lettera di Wojtyla per i 75 anni di Poletti

Ecco l’articolo che nell’aprile 1989 scrisse su Roma Sette il vescovo ausiliare Giovanni Marra sottolineando il significato del gesto di Giovanni Paolo II

La visita del Papa al Cardinale Vicario e la lettera inviatagli in occasione del suo 75° genetliaco sono ricchi di significato sia per il Cardinale Vicario stesso, sia per tutta la Diocesi. Desidero qui sottolineare alcuni aspetti.

Segno di umanità e di affetto. Innanzitutto, il gesto della visita mette in evidenza l’umanità del papa e ne conferma lo stile di esprimersi con gesti semplici, familiari e comuni ad ogni uomo: uscire dalla propria abitazione, come ha fatto il Papa, per recarsi a casa di una persona cara per festeggiare il suo compleanno, come nel caso del Cardinale Poletti, è espressione di familiarità e umanità. è questa ormai una caratteristica peculiare del Papa, il quale non parte soltanto per un viaggio apostolico ma anche per le vacanze, per una gita in montagna, per trovare un amico; non solo compie celebrazioni o cerimonie ufficiali e solenni, ma soprattutto va incontro all’uomo e strige mani, tante mani, milioni di mani; ammette alla sua mensa amici e collaboratori, accetta anche inviti alla mensa dei suoi amici, come ha accolto l’invito del Card. Poletti in occasione del suo compleanno. Questo gesto è pure segno dell’affetto che il Papa nutre per il suo Vicario al quale ormai lo legano oltre dieci anni di continua, infaticabile e fedele collaborazione.

Segno di testimonianza e di stima. Il papa conosce l’opera infaticabile che il Card. Poletti ha svolto e svolge nella Diocesi di Roma. In questi ultimi venti anni essa si è profondamente trasformata con la forza del rinnovamento conciliare: è cresciuto l’impegno di evangelizzazione e di catechesi, la rete delle parrocchie ha seguito la crescita urbana della Città fino alle più estreme periferie, con oltre sessanta nuovi complessi parrocchiali; la vita liturgica si è largamente adeguata alle nuove norme; la testimonianza della carità nei confronti delle antiche e nuove povertà di una Città cresciuta disordinatamente ha dato l’immagine di una Chiesa vicino ai bisogni dell’uomo e soprattutto dei più poveri, degli emarginati e degli ultimi. La Chiesa, oggi, a Roma è realtà ed attiva, capace di esprimere presenza nella società con la sua carica di evangelizzazione e promozione umana: è cresciuto il ruolo dei laici; i religiosi e le religiose sono maggiormente inseriti nella comunità diocesana: le associazioni ed i movimenti trovano sempre più vasti spazi di impegno. Di tutto questo, e di tante altre attività qui non menzionate, grande merito è del Card. Poletti per l’impulso dato alla vita pastorale diocesana, in stratta sintonia con le direttive tracciate dal Papa come Vescovo di Roma. Giovanni Paolo II, che tutto quanto segue e conosce, esprime ora al suo Cardinale Vicario gratitudine e stima.

Segno di continuità nel cammino sinodale. In terzo luogo, il gesto del Papa e in particolare la lettera con la quale invita il Card. Poletti a continuare ancora nel governo della diocesi di Roma significa soprattutto che non deve subire soluzione di continuità il disegno pastorale che la diocesi sta seguendo in questi anni. In particolare, significa che il cammino sinodale, di cui il Cardinale Vicario è principale animatore e guida, deve proseguire per essere avviato al suo opportuno compimento. Questa esperienza di continuità vale anche per la Chiesa che è in Italia, in relazione al ruolo che il Card. Poletti già da tre anni svolge come Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). I soddisfacenti risultati di questa presidenza, sono a tutti noti. Il Santo Padre nell’esprimere il suo apprezzamento desidera che il Card. Poletti continui in questo incarico per completare il mandato che gli era stato affidato. Il gesto della visita ed i contenuti della lettera del Papa sono motivi di onore e di soddisfazione per il Cardinale Vicario ma anche per tutti noi che più da vicino operiamo sotto la sua guida, come pure per tutta la Diocesi. Per questo anche noi sentiamo il bisogno di dire: grazie, Santo Padre! (Giovanni Marra, Vescovo Ausiliare per le attività pastorali e amministrative).

23 aprile 1989