La visita di Francesco a Lesbo, «umanitaria ed ecumenica»

Il viaggio presentato dal portavoce vaticano Lombardi. Amnesty: «Opportunità per evidenziare l’impatto devastante dell’accordo Ue-Turchia»

Il portavoce vaticano padre Lombardi ha presentato il viaggio del pontefice. Amnesty: «Opportunità per evidenziare l’impatto devastante dell’accordo Ue-Turchia»

A due giorni dalla partenza del pontefice per Lesbo, ieri mattina, giovedì 14 aprile, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha fatto il punto in un briefing con i giornalisti. «Il viaggio, o visita, se vogliamo essere più esatti, è di natura strettamente umanitaria ed ecumenica, nel senso che è una visita che è compiuta insieme: dal Papa, dal Patriarca ecumenico e dall’arcivescovo di Atene – ha evidenziato -. Non ha, quindi, direttamente nessun risvolto di prese di posizione politiche o di altro genere, ma un’attenzione fondamentalmente umanitaria vissuta in chiave ecumenica».

Padre Lombardi ha parlato di «una situazione in cui ci sono tante persone che soffrono di problemi le cui soluzioni non sono state trovate. Questo mi sembra che sia assolutamente evidente. Il fatto stesso che ci sia una situazione seria e grave di carattere umanitario da richiamare all’attenzione, significa che c’è ancora molto da fare per trovare soluzioni degne dell’uomo». La visita di Francesco sabato 16 aprile, ha evidenziato ancora il direttore della Sala stampa vaticana, nasce proprio «dalla preoccupazione del Papa per la situazione dei migranti e dei rifugiati. Preoccupazione condivisa, come sappiamo, dal Patriarca Bartolomeo, con cui c’è una profonda sintonia, e condivisa dalla Chiesa ortodossa greca, che vive evidentemente nel suo Paese la situazione gravissima che conosciamo».

Per Amnesty International, si tratta di «una grande opportunità per accendere i riflettori sulla drammatica sofferenza di migliaia di migranti e rifugiati arbitrariamente detenuti a seguito dell’entrata in vigore del mal concepito accordo tra Unione europea e Turchia del 20 marzo». Durante la sua visita, dichiara la vice direttrice per l’Europa di Amnesty, Gauri van Gulik, «Papa Francesco metterà in evidenza il ruolo determinante svolto della solidarietà locale e internazionale per aiutare le persone più vulnerabili nel contesto dell’attuale crisi dei rifugiati. Auspichiamo che egli possa anche denunciare le violazioni, la paura e l’incertezza di migliaia di migranti e rifugiati intrappolati in un limbo, a Lesbo come in altre parti della Grecia».

Van Gulik parla dell’«impatto devastante» che l’accordo tra Unione europea e Turchia sta avendo su «uomini, donne e bambini, tra cui un gran numero di rifugiati in condizioni di vulnerabilità, detenuti in modo arbitrario». Impatto a cui gli operatori di Amnesty assistono direttamente. «Il Papa dovrebbe dire con chiarezza che non cambiare questo stato di cose sarebbe una vergogna per l’Europa».  Una missione di ricerca di Amnesty International ha potuto visitare, il 5 e il 6 marzo, i due centri di detenzione di Lesbo e Chio, l’accesso ai quali è sottoposto a forti restrizioni. I ricercatori di Amnesty hanno visto migliaia di migranti e rifugiati «trattenuti in modo arbitrario e in condizioni agghiaccianti», sempre più privi di notizie su cosa potrebbe succedere loro ai sensi dell’accordo tra Unione europea e Turchia. Molti erano confusi circa la procedura d’asilo da seguire e temevano di essere rinviati in Turchia. Amnesty International ha anche documentato violazioni dei diritti umani ai danni di migranti e rifugiati in Turchia, dopo la firma dell’accordo con l’Unione europea, compreso il ritorno forzato di rifugiati afgani e siriani verso i Paesi di origine.

15 aprile 2016