La via della perfezione dal monte delle Beatitudini

Il discorso della montagna e l’invito a compiere un esodo della mente e del cuore, della ragione e dello spirito. Con il coraggio di fare il primo passo, anche disarmando la vendetta

«Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra». Quella che leggiamo è una delle parole più note di Gesù, ma anche più provocatorie e discusse. C’è persino chi sorride su tanta arrendevolezza che il Maestro richiede a coloro che si mettono sulla sua strada. Siamo sul monte delle Beatitudini e Gesù sta parlando a una folla numerosa. Si tratta di gente in maggior parte povera, emarginata, oppressa dai mali più diversi: fisici, mentali, sociali, economici, familiari. Per questa parte di umanità schiacciata, Egli formula il suo primo grande “discorso”: «Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli … Beati i miti perché avranno in eredità la terra» (Mt 5,1-5).

Chissà cosa avranno pensato quei poveri pellegrini sentendosi dire che essi stessi, così bisognosi di tutto, fossero già “beati”?! Davvero Gesù rovescia la visione del mondo rispetto a quella ordinaria, reale. Evoca la felicità nei volti dei diseredati. E quando i miti, i non violenti, quelli che non rispondono all’aggressione con l’aggressione, odono che per loro – Gesù diceva – ci sarebbe stata l’“eredità della terra”, che cosa pensano? Se Gesù avesse parlato di “eredità del cielo” avrebbero anche potuto capire, ma Lui intendeva l’eredità della terra, di quella terra da cui i loro fratelli li avevano scacciati, rendendoli profughi di guerra, di paura e di fame. Era credibile quanto Gesù diceva? Come se fosse stato Abele – e non Caino, il fratricida – a rimanere vivo nella sua terra. Come se oggi dicessimo agli ucraini, costretti a scappare dal loro Paese: “Beati voi, miti, perché avrete in eredità la terra”.

Dopo i tanti paradossi delle Beatitudini, Gesù inizia a commentare i precetti della Legge, quelli che, poi, saranno i Dieci Comandamenti. Non lo fa per cancellare le parole di Mosè ma – Lui stesso spiega – per completarle. E se la Legge dice di non uccidere – altrimenti dovrai essere ucciso – Gesù sviluppa e completa la Legge, facendo compiere un esodo al cuore e alla mente del credente, alla ragione e allo spirito, dicendo: «Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Bello il commento di Ermes Ronchi: «Non si tratta di passività, di sottomissione debole, quello che Gesù propone è una presa di posizione coraggiosa: tu porgi, fai tu il primo passo, cercando spiegazioni, disarmando la vendetta, ricominciando, rammendando tenacemente il tessuto continuamente lacerato dalla violenza».

30 marzo 2022