La Toscana dice sì al suicidio assistito

Via libera del Consiglio regionale alla proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita promossa dall’associazione Luca Coscioni, supportata da oltre 10mila firme. Il presidente dei vescovi Lojudice: «Non è un traguardo ma una sconfitta per tutti»

La Toscana è la prima Regione d’Italia a dotarsi di una legge sul suicidio assistito. Il Consiglio regionale infatti ha approvato a larga maggioranza la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita “Liberi subito” promossa dall’associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10mila firme. Una norma che regola la procedura con la quale le persone che vogliono accedere al suicidio assistito possono far domanda all’Asl, e i tempi e le modalità di risposta della commissione preposta a verificare la sussistenza dei requisiti fissati dalla Consulta affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, fissando in 20 giorni  tempo utile massimo per stabilire se ci siano o meno i requisiti per l’accesso al suicidio assistito.

I requisiti restano quelli fissati dalla sentenza della Consulta, che parla di «una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente».

In caso di esito positivo, entro 10 giorni verranno definite le modalità con cui si concretizzerà il suicidio assistito; quindi la norma garantisce, entro sette giorni e con il supporto del sistema sanitario regionale, «l’accesso al percorso finalizzato all’autosomministrazione» del farmaco per morire.. La legge approvata, insomma, mantiene il principio della morte assistita come «erogazione di una prestazione sanitaria suddivisa in più fasi» (preambolo) ma alla fine si traduce in un percorso su come morire tramite suicidio medicalmente assistito. Resta aperta la questione costi. Secondo il provvedimento infatti «le prestazioni e i trattamenti» sono «gratuiti».

Per il cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana, «non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti. Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio regionale della Toscana – scrive in una nota – ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto». Per il presidente dei vescovi toscani infatti «sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti».

12 febbraio 2025