La “Storia recente della Chiesa di Roma” raccontata da Regoli

Nel libro “Dalla romanità alla diocesanità”, con la prefazione di De Donatis, focus sul convegno sui “Mali di Roma”, sul Sinodo del 1986 e sulla Missione cittadina

Un libro-racconto di «una strada per le nuove generazioni che, ogni giorno, si impegnano per il bene della città e della diocesi». Si tratta del libro “Dalla romanità alla diocesanità. Storia recente della Chiesa di Roma”, curato da don Roberto Regoli, direttore del dipartimento di Storia della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana, presentato sabato scorso, 28 gennaio, nell’Aula conferenze del Seminario Maggiore. A spiegarlo è stato, per primo, il cardinale vicario Angelo De Donatis, che firma la prefazione del volume edito da San Paolo. «Parla a tutti: sacerdoti, seminaristi, laici, perché racconta la storia della Chiesa locale che si intreccia inesorabilmente con i cambiamenti sociali e culturali che hanno interessato la città». Il libro, infatti, «ricostruisce il contesto, le implicazioni dei vari avvenimenti e riesce a tratteggiare una chiave di lettura fondamentale per rispondere alla domanda su cosa è avvenuto nella nostra Chiesa dopo il Concilio Vaticano II», ha ricordato.

Della struttura del libro ha parlato la moderatrice della presentazione, la giornalista di Tv2000 Monica Mondo: «Un viaggio nel tempo che descrive i tre momenti più importanti della diocesi di Roma», ovvero il convegno del febbraio 1974 sui “Mali di Roma” , il Sinodo diocesano che si svolse tra il 1986 e il 1993 e la Missione cittadina in preparazione al Giubileo del 2000. Una diocesi, ha ricordato De Donatis, è l’insieme delle membra del corpo mistico della Chiesa in un particolare territorio «e il volume – ha spiegato – contribuisce a rafforzare questo organismo e il suo ruolo nella comunità cristiana».

Per Filippo Lovison, professore ordinario alla Gregoriana, l’importanza del volume scaturisce dal racconto di «una Chiesa che, lo sappiamo, è anche madre e capo di tutte le chiese del mondo». Dunque ripercorrerne la storia «è fondamentale perché – citando e parafrasando Benedetto XVI – il cattolicesimo ha plasmato la società, la cultura e l’identità italiana e questo vale anche e soprattutto per il cristianesimo a Roma». Lovison ha inoltre lanciato un messaggio «in particolare a sacerdoti e seminaristi: leggete il libro ponendo l’accento sulla “eterna esemplarità” della chiesa di Roma. È sicuramente una parola forte, ma non potrebbe essere altrimenti. Questo però non deve spaventare, ma incentivare sempre di più il nostro lavoro quotidiano nei meandri della città stessa». Il libro ha poi «il merito di aver aperto un’indagine storica su un periodo troppo poco studiato», il commento di Tommaso Caliò, professore di Storia delle Chiese di Roma a Tor Vergata. Per Caliò «la storia viene così “sottratta” agli archivi e alla memorialistica, per essere contestualizzata, spiegata. Si ridà al passato della Chiesa di Roma nuova vita, nuovo fermento». I vari autori hanno portato nel libro «il loro doppio ruolo di testimoni e storici degli eventi» e questo ha permesso, secondo Caliò, di «dare informazioni fondamentali tanto a fedeli e sacerdoti quando agli stessi storici».

In definitiva, quindi, uno «sguardo al passato per proiettarsi verso il futuro», come ha precisato fra Gabriele Faraghini, rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, che ha ripreso le stesse parole del curatore, don Roberto Regoli. Per entrambi, il volume «vuole essere un aiuto a ritrovare la nostra identità. Spesso lo facciamo con fatica, ma la nostra storia è fondamentale per avere prospettive nuove e fruttuose per i prossimi anni che ci attendono».

30 gennaio 2023