La storia e le storie della Gendarmeria vaticana

Presentato il libro di Sandro Barbagallo e Cesare Catananti che ripercorre, per la prima volta in maniera organica, l’evoluzione del Corpo di sicurezza del Papa. Dalla Torre: «Arma fedele, all’altezza delle sfide di oggi»

È una storia fatta di tante storie quella della Gendarmeria vaticana. Sensibilmente meno indagata e approfondita rispetto a quella della Guardia svizzera, non è però meno nobile e ricca di riferimenti storiografici. Bastava solo andarli a cercare, aspettare che si aprissero le porte degli archivi, recuperare preziosi documenti inediti e le memorie di quegli uomini che proteggono i papi sin da Melchiade (311-314) e Silvestro (314-355). Siamo all’indomani dell’Editto di Milano, quando Costantino assegnò al pontefice una scorta di militi armati per la difesa e per il servizio d’onore, identificati come servientes armorum.

E ancora: il manoscritto 1622, conservato
nella Biblioteca ambrosiana di Milano, mostra nei sui sgargianti colori lunghe alabarde che fanno da cornice alla figura centrale di Bonifacio VIII nell’atto di indire il primo Giubileo della storia. Siamo nel 1300. All’epoca i gendarmi montavano permanentemente la guardia ai Sacri Palazzi, così come oltre alla funzione di “Guardia del Pontefice” essi svolgevano quella di milizia urbana. Fin dal 1378 gli elementi validi per il Corpo della Gendarmeria furono scelti tra la gioventù della Corsica, perché ritenuta particolarmente «orgogliosa e coraggiosa».

Con questa denominazione li ritroviamo alla fine del ‘700, quando con l’invasione napoleonica dello Stato Pontificio e l’esilio di Papa PioVI, la gran parte di loro passerà al servizio del nemico nell’omonima arma francese. Tante storie per una storia mai raccontata, quantomeno mai in maniera così organica come nel volume di Sandro Barbagallo e Cesare Catananti presentato giovedì 19 ottobre al Braccio nuovo dei Musei Vaticani. Alla presenza delle più alte cariche della Città del Vaticano – il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, il presidente del Governatorato cardinale Giuseppe Bertello, il sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato Angelo Becciu e Domenico Giani, comandante della Gendarmeria – il professor Giuseppe dalla Torre ha sottolineato come il «Corpo dei gendarmi sia stato attore non secondario della storia del Risorgimento italiano», citando le battaglie che portarono alla Breccia di Porta Pia.

«L’identità della Gendarmeria si è forgiata attraverso questi avvenimenti» fino ad arrivare alla configurazione moderna di un’Arma «fedele, scelta, orgogliosa di servire il Papa, vigile nella prevenzione, all’altezza delle sfide di oggi». Il professore Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ha poi sottolineato la capacità della Gendarmeria di «proteggere il Papa evitando l’effetto “campana di vetro”. Francesco è un pastore che ha bisogno di stare in mezzo alla gente». Per questo la Gendarmeria oggi è «un Corpo civile militarmente organizzato capace di fare sistema in un clima cristiano e nel servizio al Pontefice». Il comandante Domenico Giani ha infine precisato che i proventi delle vendite andranno in beneficienza per le attività promosse dalla stessa Gendarmeria.

 

 

20 ottobre 2017