La “spada” di Gesù taglia le ragioni di tutte le guerre

Cristo opera un “esodo” culturale: famiglia di Dio sono tutti gli uomini. È la fraternità universale che supera i confini di quella etnica, di elezione, di tradizioni, esclusiva ed escludente

«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa». In questi orrendi giorni di guerra si vorrebbe rifugiarsi in una nicchia di serenità, leggendo il Vangelo. Sarà, allora, davvero sorprendente e doloroso trovarvi queste parole in bocca a Gesù. Ma anche Gesù porta la spada? Non bastano tutti i violenti della terra? Proprio lui che altrove dice di porgere l’altra guancia a chi ti colpisce, proprio lui che non si difende nemmeno a parole, quando Pilato lo processa e finisce per farsi condannare a morte?

In realtà la “spada” di cui parla Gesù è una metafora, un paragone per indicare una “guerra” che uccide le guerre! Il contesto in cui si svolge il conflitto è all’interno dei rapporti familiari. Gesù legge in profondità nei legami di sangue e vede come possano corrompersi in forme di egoismo, di privilegio, di chiusura all’interno del proprio gruppo. Nel mondo giudaico del suo tempo si registrava una forte tendenza all’esclusione di tutti quelli che non facevano parte del popolo dei figli di Abramo. Si era andata formando un’idea elitaria e chiusa, difensiva della “famiglia” giudaica. La ragione era anche politica: da secoli i giudei erano schiavi in casa propria, sottomessi a monarchi stranieri e, adesso, all’imperatore di Roma. S’era diffuso un sentimento di ostilità verso chiunque non facesse parte della propria “casa” con l’idea che solo combattendo contro un nemico si potesse salvaguardare la propria libertà e identità. I giudei avevano fatto della Legge di Mosè e dell’Alleanza col proprio Dio la loro bandiera, un simbolo religioso.

Gesù opera un “esodo” culturale da questo schema. Ed è su questo piano, innanzitutto, che egli oppone la sua “spada”: famiglia di Dio sono tutti gli umani e non solo i propri parenti di sangue. «Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Questa scena così nota e sempre sconvolgente, persino provocatoria, mette a nudo il messaggio di Gesù: occorre superare i confini di una fraternità etnica, di elezione, di tradizione, di interessi comuni, esclusiva ed escludente in ogni forma e maniera. Occorre escludere ogni possibile deriva identitaria per costruire i ponti di una fraternità universale. Questa è la “spada” che Gesù è venuto a portare, quella che taglia alla radice le ragioni di tutte le guerre, che spegne lo spirito di Caino. «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me».

13 aprile 2022