«Non lasciare solo nessuno, in particolare le persone più fragili e vulnerabili, di fronte al diffondersi dell’epidemia da coronavirus». Questa l’esigenza a cui la Comunità di Sant’Egidio sta cercando di rispondere in questi giorni, «con senso di responsabilità, per contribuire efficacemente al contenimento del contagio, in ottemperanza alle misure necessarie, mantenendo, e se possibile rafforzando, quei legami di solidarietà che per tanti rappresentano un sostegno vitale».

Mentre crescono anche nella Capitale i numeri del contagio da coronavirus – è di questa mattina la notizia di un caso anche all’interno del Vaticano -, la Comunità trasteverina spiega in una nota che «si stanno moltiplicando le modalità di sostegno agli anziani: non solo provvedendo a bisogni di base (aiutare a portare la spesa o le medicine a domicilio, ad esempio) ma anche cercando tutti i mezzi per mitigare l’isolamento: in questi giorni – riferiscono -, in vari istituti e case di riposo, agli anziani sono state recapitate lettere e video-messaggi da parte degli amici della Comunità, in particolare dei Giovani per la pace». Anche il programma “Viva gli Anziani”, presente a Roma e in altre città italiane, sta sviluppando una campagna informativa e di sostegno per aiutare gli anziani ad assumere le precauzioni necessarie.

«Particolare attenzione», evidenziano da Sant’Egidio, è richiesta dalla situazione delle persone senza fissa dimora. «La precarietà delle loro condizioni di vita è aggravata in questo periodo da un ulteriore isolamento generato dalla minore circolazione di persone (diventa più difficile per loro di ricevere attenzione e aiuto). Questo ci chiede di avere particolarmente a cuore la loro salute». Proprio per questo le mense della Comunità restano aperte e le distribuzioni dei pasti nelle “cene itineranti” proseguono, «con le dovute precauzioni: uso di disinfettanti, ingressi scaglionati per mantenere le distanze di sicurezza, eventualmente pasti da portare via». Non solo: è necessario «garantire a chi vive per la strada tutto ciò che può aiutare a proteggersi dal contagio. Per questo è iniziata una distribuzione, insieme al cibo, di gel igienizzanti e altri presidi utili. L’aumentato fabbisogno di cibo e di generi utili all’igiene – si legge nella nota – è un invito a una maggiore solidarietà». Chi vuole, può contribuire economicamente oppure raccogliendo generi utili come alimentari, gel igienizzanti e fazzoletti di carta (tutte le informazioni online).

Aperti, in questi giorni di emergenza, anche i centri e le farmacie di strada di Medicina Solidale, nel rispetto di «tutte le indicazioni fornite dalle autorità nazionali e locali». Confermati, dunque, i servizi nei 5 centri presenti a via Aspertini (Tor Bella Monaca); Casa Scalabrini, in via Prenestina; Fonte di Ismaele, in via Chiovenda; Vo.Re.Co a via della Lungara e a Santa Croce, dove sono attive anche due farmacie di strada. Confermati anche gli interventi con il camper nei luoghi di maggiore degrado della città. «In questo momento di paura e smarrimento – spiega il direttore dell’associazione Lucia Ercoli – non potevamo abbandonare i più fragili della città. La nostra coscienza di medici e di credenti ci ha spinto a garantire, seppur a scarto ridotto, l’apertura dei nostri centri. Donne, bambini e intere famiglie che vivono nei campi improvvisati e nelle occupazioni sparse nella Capitale – aggiunge – rischiano in questi momenti di essere dimenticati, con un grave rischio per la salute di tutti».

6 marzo 2020