La sfida dell’inclusione, per un’Europa dal “Futuro Plurale”

Alla Gregoriana l’incontro del Centro Astalli. Cananzi: «La politica torni a essere ricerca del bene comune». Truffelli: «Ritrovare le ragioni dello stare insieme»

Tre giorni dopo la conclusione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, ieri sera, 29 maggio, alla Pontificia Università Gregoriana ha avuto luogo il terzo incontro del corso di formazione “Europa – Futuro Plurale”, promosso dal Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati. «La partecipazione al voto dei cittadini europei è stata pari al 50% – ha detto nel suo saluto iniziale padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli – anche se i dati italiani indicano una flessione verso l’astensionismo che ci dice come la democrazia e il suo esercizio non siano affatto scontati ma vadano costruiti ogni giorno». Ancora: «A sollecitarci, oggi, è in particolare la sfida dell’inclusione e del coabitare, cioè vivere insieme con regole comuni in un’Europa plurale che non mette affatto a rischio la nostra democrazia; sono invece isolamento e chiusura che ci condannano all’irrilevanza internazionale».

Anche per il magistrato Francesco Cananzi «c’è bisogno di lavorare per raccogliere davvero, e soprattutto per custodire e proteggere, l’eredità di un’Europa unita che abbiamo ricevuto dai padri fondatori», declinando in modo nuovo «la parola “politica” che, sporcandoci le mani, dobbiamo riportare ad essere “ricerca del bene comune”» mentre oggi domina «una visione egoistica del potere politico che conduce a una giustificata crisi di fiducia nelle istituzioni». Da qui l’invito a essere parte attiva «nei luoghi propri della democrazia» e non solo nella rete, «dove vige la logica dell’aut-aut – ha detto ancora il magistrato – e dove si pensa unicamente ad avere ragione senza lasciare spazio al confronto e allo sviluppo del pensiero logico né al ragionamento». Inoltre, «per riconoscere la vocazione all’impegno politico anche come cristiani – ha esortato Cananzi -, è alla Costituzione che bisogna ispirarsi, per saper declinare in modo laico i principi democratici anche guardando alla lezione di De Gasperi, Adenauer e Schuman, i tre padri fondatori dell’Europa unita, tutti e tre cristiani».

Un invito a ripensare tempi e modi della democrazia, «ritrovando contenuti e spessore», è arrivato anche da Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione cattolica: «Abbiamo bisogno di una buona politica che deve essere praticata non solo dentro i palazzi – ha affermato -, perché il bene comune si costruisce in comune»; e se è vero che «le istituzioni italiane ed europee devono ritrovare credibilità, spetta anche a dei cittadini davvero consapevoli, responsabili e appassionati essere capaci di un cambio di passo», ritrovando«le ragioni profonde dello stare insieme, uscendo dalla logica della società individualista dei porti chiusi e dei muri, che è paradossale nell’era della iper-globalizzazione». Per realizzare questo, «c’è bisogno di riscoprire la nostra identità profonda – ha detto ancora Truffelli -, che è fortemente solidale e di matrice cristiana: il nostro è un Paese che si regge sulla trama del volontariato, delle relazioni familiari e amicali, ecco perché è possibile ripartire dalla logica dell’alleanza». Non solo: per il presidente di Ac, «c’è bisogno dei giovani, che vanno aiutati a riconoscere il sogno europeo come vocazione alla pace, alla tutela del creato e alla difesa dei diritti di tutti», che significa «essere uniti nella diversità e saper vedere l’altro come risorsa e non come minaccia, ricostruendo una coesione sociale perché l’Europa sia non una roccaforte ma crocevia di culture».

In apertura dei lavori, moderati dalla politologa Chiara Tintori, aveva portato il suo saluto Caroline Kanter, direttrice della Fondazione Konrad Adenauer Stiftunga Roma che ha collaborato con il Centro Astalli nell’organizzazione di questo ciclo di incontri. «A trent’anni dalla caduta del muro di Berlino – ha ammonito – dobbiamo sentirci orgogliosi dei nostri valori europei e tutelare il sistema democratico, che si realizza soltanto laddove tutti gli attori – politici e cittadini – conoscono il loro ruolo e la loro responsabilità».

30 maggio 2019