La Settimana ecumenica, festa in Cristo

Il 19 gennaio veglia a San Ponziano; il 25 i vespri del Papa a San Paolo. Il materiale preparato dalle Chiese cristiane in Germania

Il 19 gennaio la veglia a San Ponziano; il 25 la conclusione con i vespri del Papa a San Paolo. Il materiale per la preghiera preparato dalle Chiese cristiane in Germania

Una commemorazione ecumenica che sia una celebrazione di Cristo, una “Christusfest”. Usa proprio questo termine la comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Germania per riferirsi alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che avrà inizio mercoledì 18 gennaio. L’organismo ecumenico in cui sono rappresentate tutte le tradizioni cristiane ha preparato il materiale per la preghiera di quest’anno, scegliendo come tema il motto biblico “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” ispirato al capitolo quarto della Seconda Lettera ai Corinzi. Una “festa in Cristo” che si colloca nel quinto centenario della Riforma protestante, avviata da Martin Lutero con l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze, avvenuta il 31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania.

«In questo contesto – commenta monsignor Marco Gnavi, incaricato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo – la Settimana di preghiera di quest’anno ci offre l’occasione per riscoprire ciò che la riforma di Lutero voleva sottolineare: l’adesione a Cristo come primo motivo di conversione». Giovedì 19 alle 18.30, «con i rappresentanti delle diverse confessioni presenti a Roma, ci ritroveremo in uno spirito di fraternità a San Ponziano per la veglia ecumenica diocesana». L’incontro sarà presieduto dal vescovo Guerino Di Tora, mentre la predicazione sarà affidata al pastore valdese Antonio Adamo. «Dopo l’invito della Federazione luterana mondiale che ha accolto il Papa in Svezia per commemorare i 500 anni della Riforma, il dialogo con i fratelli riformati ha goduto di un nuovo slancio – sottolinea Gnavi -. Noto una maggiore fiducia e un’attesa reciproca più profonda».

La dichiarazione comune di Lund «parla dell’impegno nella testimonianza che i cristiani debbono dare insieme; è questa la direzione indicata anche dal Convegno Cei dei delegati dell’ecumenismo tenutosi a Trento lo scorso novembre». In questo senso, prosegue Gnavi, «anche i cristiani di Roma si ritrovano, per questa settimana di preghiera, a dare la loro testimonianza di fronte al forte senso di impotenza, paura e divisione che segnano l’Europa. Ecco il compito dei cristiani: globalizzare la speranza a partire dalle nostre radici comuni». Quella di San Ponziano non sarà quindi una preghiera solo tra cattolici e riformati ma anche con gli anglicani, gli ortodossi, gli evangelici. «L’unità si costruisce con l’applicazione concreta del “ministero della riconciliazione” come ci ha insegnato Papa Francesco. Abbiamo bisogno di persone che abbattano barriere, costruiscano ponti».

Come esempi concreti di questo “ministero di riconciliazione”, le Chiese tedesche hanno ricordato l’ospitalità offerta ai tanti rifugiati provenienti da Siria, Afghanistan, Eritrea. Anche a Roma l’ecumenismo è al servizio dell’accoglienza con il progetto “Corridoi umanitari”. Inaugurato nel 2016 dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola Valdese, il progetto porterà in Italia entro il 2017 mille richiedenti asilo individuati tra soggetti particolarmente vulnerabili. La Settimana di preghiera si concluderà il 25 gennaio con la consueta celebrazione dei vespri nella basilica di San Paolo fuori le Mura alle 17.30 con il Santo Padre.

16 gennaio 2017