La scuola riparte: le richieste di presidi e sindacati

Rusconi (Anp Lazio): aspettiamo la piattaforma per sapere chi ha il Green pass. Cgil: tamponi gratis. Cisl: non scaricare le responsabilità sul personale

La scuola è pronta a ripartire. Nel Lazio la campanella suonerà quasi ovunque il 13 settembre per il secondo inizio di anno scolastico dallo scoppiare della pandemia di Covid-19. Uno dei temi principali sul tappeto è quello del Green pass per accedere alle scuole e i nodi legati al suo utilizzo. I dirigenti scolastici si stanno organizzando per la ripartenza in sicurezza in base alle nuove disposizioni, e come spiega il presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio Mario Rusconi, c’è attesa che il ministero dell’Istruzione metta a disposizione degli istituti la piattaforma per poter sapere chi ha il Green pass e chi no.

In questi giorni di “esami di riparazione” queste verifiche stanno avvenendo tramite la App C-19, simile a quella utilizzata nelle strutture ricettive (inviata dal ministero), ritenuta quasi di fortuna, mentre, sottolinea Rusconi, «il problema sarà il 13 settembre, inizio vero delle lezioni, quando ci saranno istituti con cinquanta classi in presenza, con decine di persone, tra insegnanti e personale, che si presenteranno a scuola e senza questa piattaforma che con un “clic” permette di sapere chi ha il Green Pass e chi non lo ha ci sarà il rischio concreto di congestionare le operazioni e di perdere fino a un’ora e mezza per le verifiche, il che vuol dire sottrarre tempo alle lezioni. Noi la stiamo chiedendo da settimane e vorremmo riceverla qualche giorno prima per avere il tempo di fare pratica – prosegue il presidente dell’Anp Lazio -. La stessa cosa vale per gli studenti vaccinati, perché la scuola non può chiedere a loro o alle loro famiglie se hanno fatto il vaccino e se hanno il Green pass. Il Garante della privacy sostiene che la scuola non può trattare dei dati di tipo sanitario, quindi anche in questo caso stiamo aspettando informazioni precise, e mancano pochissimi giorni al suono della campanella».

Alessandro Tatarella, segretario Flc Cgil di Roma e Lazio, osserva che nel Lazio il 98% del personale scolastico è vaccinato ma su questo tema si sta pagando l’indecisione della politica rispetto al rendere obbligatorio o meno il vaccino. La posizione della Cgil è chiara: «Visto che si può ottenere il Green Pass o facendo il vaccino (già con la prima dose) o con un tampone eseguito ogni 48 ore, la Flc Cgil non può far passare il principio che, per colpa della politica che non decide, un lavoratore per andare a lavorare debba pagare ogni due giorni un tampone e questo può costare molto ad un docente che magari perché considerato lavoratore “fragile” o perché ancora timoroso di fare il vaccino si trova costretto a dover pagare – sottolinea Tatarella -. Per questo abbiamo chiesto che il costo del tampone sia a carico dell’amministrazione e non del lavoratore e abbiamo proposto che vengano eventualmente accettati ai fini del Green pass anche i tamponi salivari, che almeno al lavoratore costano meno».

Per la Cisl Scuola Lazio «la strada maestra non è quella di scaricare le responsabilità su docenti, dirigenti scolastici e personale Ata. Bene il protocollo sulla sicurezza sottoscritto tra il ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali. Ora però nei singoli territori del Lazio vanno messi a punto i piani per il rientro in classe. In questa fase serve la collaborazione e la partecipazione responsabile di tutte le parti. Tenendo tutto insieme: l’aspetto sanitario e quello dei trasporti, la didattica e l’organizzazione. Noi ci siamo».

7 settembre 2021