La scuola in sciopero contro i test Invalsi

Il 3 maggio astensione dal lavoro di 24 ore per docenti e dipendenti Ata di scuola dell’infanzia, primaria e media. Il 9 maggio ferme le superiori

Il 3 maggio astensione dal lavoro di 24 ore per docenti e dipendenti Ata di scuola dell’infanzia, primaria e media. Il 9 maggio si fermano le superiori

Domani, mercoledì 3 maggio, è in programma la prima giornata di protesta indetta dai Cobas «nel quadro della più generale opposizione alla legge 107 e agli otto decreti attuativi», per «boicottare i quiz come strumento di valutazione delle scuole, degli studenti e del personale». Lo rendono noto dal sindacato specificando che nella giornata del 3 maggio l’agitazione, di 24 ore, riguarda docenti e personale Ata di scuola dell’infanzia, primaria e media.

La seconda giornata di sciopero è fissata per la prossima settimana, martedì 9 maggio, quando si fermeranno invece le scuole superiori, sempre con l’obiettivo di boicottare i test Invalsi, introdotti con la legge numero 176 del 25 ottobre 2007 e suddivisi in due parti: una prova di matematica e una di italiano. Da allora, devono sostenere le prove Invalsi gli studenti delle classi II e V della scuola primaria, delle classi III della secondaria di primo grado e delle II della secondaria di secondo grado. I contenuti dei test sono realizzati dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione (Invalsi, appunto), ente di ricerca, soggetto alla vigilanza del ministero dell’Istruzione, che si occupa del rilevamento dell’apprendimento e dell’efficacia del percorso scolastico.

Secondo il portavoce nazionale Cobas Piero Bernocchi e il segretario nazionale Unicobas Stefano d’Errico, «gli otto decreti attuativi della legge 107 hanno aggravato ulteriormente la centralità già attribuita ai quiz Invalsi nella valutazione delle scuole, degli studenti e dei docenti» e «la valutazione predisposta dai docenti cede completamente il passo a quella estrapolata dai quiz standardizzati, considerati il più “qualificato” strumento per giudicare gli apprendimenti, con il conseguente ridimensionamento dell’intera professione docente». L’Invalsi, proseguono, «determinerà la valutazione delle scuole e delle modalità di insegnamento dei docenti che, per adeguarsi ai quiz, dovranno conformare la propria didattica agli indovinelli. Ne emerge un nuovo modello di docente “adattabile”, somministratore di prove standardizzate e “illustratore” di manuali per quiz, nel quadro dell’immiserimento materiale e culturale della scuola pubblica e del ruolo dei docenti, destinati ad un lavoro da “manovali intellettuali” tuttofare, flessibili e disponibili alle mutevoli esigenze di una sempre più cialtrona “scuola-azienda”».

2 maggio 2017