La santità, «vita nuova possibile a tutti»

Il cardinale De Donatis ha aperto il ciclo di catechesi sull’esortazione apostolica “Gaudete et exsultate”, insieme a monsignor Frisina. Il 29 ottobre appuntamento straordinario con il cardinale Ladaria Ferrer

Cosa significa santità oggi? Quali qualità bisogna possedere per essere santi? Chi può diventare santo ai nostri giorni? Queste domande hanno una sola risposta confortante. Lo ha spiegato ieri sera, lunedì 8 ottobre, il cardinale vicario Angelo De Donatis aprendo il ciclo di catechesi sull’esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete et exsultate” sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo. La basilica di San Giovanni in Laterano che ospiterà gli otto incontri, uno al mese, era gremita di laici e consacrati.

Il vicario, riflettendo sul tema “I santi di tutti i giorni”, si è soffermato sulla meditazione di quattordici paragrafi del documento, dal 10 al 24, mentre monsignor Marco Frisina, rettore della basilica di Santa Cecilia a Trastevere, ha tracciato il ritratto di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il termine “santità”, ha affermato il porporato, è caduto in disuso anche tra i cristiani i quali non affermano più che il loro scopo nella vita «è diventare santo». Nel mondo contemporaneo la «“chiamata alla santità” rappresenta una sfida», ha detto De Donatis.

In questo contesto si inserisce “Gaudete et exsultate”, scritta da Papa Bergoglio per presentare l’attualità della santità cristiana proposta a tutti «come meta desiderabile del proprio cammino umano». L’esortazione aiuta a comprendere ciò che è decisivo nella vita di un cristiano che non vuole «vivacchiare» e concentrare tutto sul proprio “io” ma collaborare alla costruzione del regno di Dio nella vita quotidiana e ordinaria. Per questo motivo per essere santi non bisogna avere particolari requisiti. «Non è appannaggio di chi vive dedicando molto tempo alla preghiera, allo studio teologico o esercitando un ministero particolare nella Chiesa – ha ribadito il cardinale – ma è quella vita nuova che per dono di Dio è concretamente possibile a tutti».

Francesco lo esplicita chiaramente nel documento parlando dei «santi della porta accanto»: genitori, nonni, figli, malati, religiosi che svolgono ogni mansione con amore. La chiamata alla santità «raggiunge tutti e ovunque, anche nel peccato» ha dichiarato De Donatis, confidando che sabato 6 ottobre è stato gratificato dalla ricchezza umana percepita durante l’incontro di Papa Francesco con i giovani, organizzato nell’ambito del Sinodo dei vescovi nell’aula Paolo VI. «Mi ha fatto un gran bene assistere alla rinascita di tanti ragazzi che hanno incontrato Cristo e sono stati chiamati a una vita nuova».

La santità non può essere vissuta in solitudine, ha avvertito il vicario: è necessario inserire la propria vita «in quella del popolo di Dio», nel quale è presente uno stile maschile e uno femminile. Ha quindi invitato a non scoraggiarsi mai nei momenti di particolare difficoltà e dolore perché è proprio allora che bisogna «concepire la totalità della propria esistenza che è una missione». Compito di ogni cristiano è accogliere la chiamata alla santità concretizzandola nel quotidiano, tra preghiera e azione, silenzio e servizio, famiglia e lavoro, unendo il carisma delle sorelle di Betania: l’ascolto di Maria e il servizio di Marta. Importante è ritagliarsi comunque momenti di solitudine per dialogare con il Padre.

Il percorso per raggiungere una perfetta devozione è tracciato nel libro “Filotea” di san Francesco di Sales del quale monsignor Frisina ha letto alcuni brani. Nato nel 1567 in una nobile famiglia, Francesco era molto dotato intellettualmente e sin da giovane si adoperò per diffondere la dottrina cristiana nelle regioni di Ginevra dove era diffuso il calvinismo. «I santi producono santi» ha detto Frisina e Francesco di Sales ne è un esempio. Fu padre spirituale di san Vincenzo de’ Paoli e santa Giovanna de Chantal, fondatrice delle Visitandine. A tal proposito ha ricordato l’importanza della direzione spirituale, compito che non è relegato solo ai consacrati ma deve essere operato con dolcezza. «Per condurre un’anima a Dio ci vuole pazienza, amore e costanza», ha affermato ancora Frisina, ricordando che Sales «non faceva nemici ma strage di nemici seducendoli attraverso il Vangelo».

Gli otto incontri in basilica saranno l’occasione per «incontrare degli amici», ha aggiunto il sacerdote spiegando che i santi non sono le persone a volte rappresentate in modo austero sui santini ma uomini e donne normali che «hanno fatto cose straordinarie. Siamo tutti chiamati ad avere la stessa originalità». Il prossimo appuntamento è in programma per il 12 novembre sul tema “A chi sta scomoda la santità?”; protagonista sarà sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Il cardinale vicario ha inoltre annunciato che in preparazione delle celebrazioni liturgiche del 1° e 2 novembre, lunedì 29 ottobre il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, terrà una catechesi sul tema “Chiamati alla vita eterna e alla santità”. L’incontro si svolgerà in Vicariato, nell’Aula della Conciliazione, e sarà l’occasione «per riflettere sui “Novissimi” – ha spiegato De Donatis -, tema oggi trattato raramente».

9 ottobre 2018