La religione a scuola, il Fantacalcio come torneo biblico

L’esperienza di Alessio Conti, insegnante non vedente, autore del libro “Fiat Lux”. «La luce rivela l’amore caldo di Dio. Il freddo buio inchioda nel non senso»

Non ama parlare di sé limitandosi al paradigma visivo perché, seppure cieco dalla nascita, non si considera«una persona che vive al buio ma semplicemente in un mondo in cui la luce fisica non rileva». Per Alessio Conti la cecità, causata dall’ossigeno che ha compromesso la retina dei suoi occhi ma necessario per salvargli la vita essendo nato da parto prematuro al settimo mese, non è stata un limite e, pur generando delle ovvie difficoltà, non ha scalfito «il mio desiderio di sapere e la forte motivazione a conoscere».

Oggi docente di religione cattolica al liceo “Teresa Gullace Talotta” di Roma, Conti si è laureato nel 2002 alla Sapienza in Filosofia della religione e addottorato all’Università degli studi di Lecce quattro anni dopo, per conseguire poi la licenza in Scienze religiose al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum. «Lo studio è stato un elemento fondamentale nella mia vita – racconta – e non potendo leggere i libri stampati mi sono avvalso di modalità alternative e tecnologiche, affinando allo stesso tempo tutti gli altri sensi». Questa passione per la conoscenza il giovane docente cerca di trasmetterla da undici anni in classe ai suoi alunni, «rendendoli consapevoli che la vita nella sua urgenza ci interroga continuamente e che le risposte alle domande di senso passano dal dialogo, dal rapporto con gli altri e anche dalla Scrittura».

In particolare Conti considera l’ora settimanale di religione cattolica «un cantuccio per pensare in cui lo studente può esprimersi senza la paura di prendere un brutto voto e quindi senza la necessità di mascherarsi» agli occhi di un docente che è chiamato «a essere segno di una presenza, quel poco di lievito che fa fermentare tutta la pasta e quel pizzico di sale che rende sapido il vivere». Della sua esperienza in classe con i ragazzi e «degli espedienti anche didattici che uso, come prendere un gioco popolare quale il Fantacalcio e riadattarlo per i miei scopi facendone uno speciale torneo biblico», Conti parla nel suo libro “Fiat lux”, un piccolo trattato sulla teologia della luce pubblicato dall’editrice Tau di Perugia. «È l’opera di una persona per la quale la luce materiale è irrilevante e che, nella sua condizione particolare – spiega -, ha cercato di fare spazio alla luce vera, quella che, citando l’evangelista Giovanni,illumina ogni uomo».

Profondo e denso nei contenuti ma scorrevole per la scrittura limpida, il testo esplora l’elemento della luce e la sua portata teologica attraverso un viaggio all’interno della Sacra Scrittura, dal Vecchio al Nuovo Testamento, in un’ottica cristologica: dai Libri sapienziali, passando per le omelie dei Santi Padri, si giunge agli evangelisti, non senza prendere in esame anche le preghiere della tradizione. Suddiviso in due parti – la prima esegetica e la seconda storica – il libro «dimostra come la luce rivela l’amore caldo di Dio – dice ancora l’autore – mentre il freddo buio inchioda nel non senso», e proprio sulla base di questi elementi teologici vengono rilette pastorale e didattica. Conti auspica infatti che il suo lavoro possa «farsi strumento di carità culturale nelle parrocchie oltre che essere d’aiuto ai colleghi insegnanti di religione cattolica».

10 giugno 2019