La presidente del Consiglio Meloni alla Camera per le dichiarazioni programmatiche

Il primo test a Montecitorio, quindi, il 26 ottobre, la fiducia al Senato. «Sulle spalle il peso di prima donna incaricata come premier». Il grazie al presidente Mattarella e al predecessore Draghi. «Gli elettori hanno scelto il centrodestra e il suo programma, manterremo quegli impegni»

«La solennità di questo luogo è tale da non essere mai riuscita a intervenire senza sentimenti di emozione e profondo rispetto. Vale a maggior ragione oggi che, come premier, sono qui per chiedervi di esprimervi sulla fiducia a un governo da me guidato. Sarà una grande responsabilità». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha aperto con queste parole il suo intervento di questa mattina, 25 ottobre, alla Camera dei deputati, per le dichiarazioni programmatiche del governo. Grande responsabilità per l’esecutivo ma anche «per chi quella fiducia deve concederla o negarla. È un momento fondamentale della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà».

La gratitudine della premier è andata in particolare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche al suo predecessore Mario Draghi, «che, tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha in queste settimane offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno». Il ringraziamento «più sentito» però è per «il popolo italiano», per «chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto, nel processo democratico che vuole nel popolo e solo nel popolo la sovranità», ha detto ancora Meloni.

La premier ha rivendicato i tempi stretti della formazione del governo, rivendicando l’unità del centrodestra e evidenziando come l’Italia non possa perdere tempo nell’attuale situazione economica. Quindi, «tra i tanti pesi che sento gravare oggi sulle mie spalle», ha evidenziato quello di «essere la prima donna alla guida del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto – ha continuato -, penso a tutte le donne che attraversano difficoltà per vedere riconosciuto il proprio talento o la fatica di tutti i giorni. Ma penso anche a tutte coloro che hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo». E le ha citate per nome. Tra le tante, Oriana (Fallaci), Nilde (Iotti), Samantha (Cristoforetti).

All’orizzonte, nel discorso di Meloni, le scelte difficili che attendono il governo. Con la consapevolezza che «gli elettori hanno scelto il centrodestra con il suo programma; manterremo quegli impegni», ha assicurato, aggiungendo che il centrodestra governerà 5 anni. E a chi «vuole vigilare sul nostro governo», ha continuato, riferita al ministro francese che prima ancora dell’insediamento aveva parlato di una necessaria «vigilanza» sull’Italia, «direi che possono spendere meglio il loro tempo: in quest’aula ci sono valide battagliere forze dell’opposizione che possono farsi sentire senza aver bisogno di soccorso esterno. Chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto non a me ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere».

Riguardo alla collocazione internazionale, la premier ha assicurato che «l’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’Alleanza atlantica, parte del G7 e culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia», dalle sue radici «classiche e giudaico-cristiane», ha detto richiamando l’eredità di san Benedetto, «un italiano, patrono principale dell’intera Europa». L’obiettivo del governo – che sarà «pienamente politico», ha precisato – non è dunque «frenare o sabotare l’integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi».  Confermando quella affidabilità già dimostrata dall’Italia, «a partire dalle tante missioni internazionali», per le quali ha ringraziato le forze armate, raccogliendo la prima grande standing ovation dall’Aula.

Sul fronte interno, tra i nodi immediati da sciogliere, quello dell’energia e del caro bollette, con la necessità di «rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese», anche a costo di «rinviare alcuni provvedimenti» in programma. «Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica». Questione strettamente legata, in questo momento, alla politica estera. «Sbaglia – ancora le parole della premier – chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema ma lo aggraverebbe. La libertà ha un costo. L’Italia continuerà a essere partner del valoroso popolo ucraino che si oppone all’aggressione della Russia», non soltanto «perché non possiamo accettare la guerra ma anche perché è il modo migliore di fare il nostro interesse nazionale». E per ridurre la dipendenza dall’estero, ha indicato come strada percorribile quella delle energie rinnovabili.

Inflazione, tassi di interesse e debito pubblico gli altri nodi elencati da Meloni. «Mi sento di dire che se questo governo riuscirà a fare ciò che ha in mente – ha spiegato -, scommettere sull’Italia potrebbe essere non solo un investimento sicuro, ma forse perfino un affare. Perché l’orizzonte al quale vogliamo guardare non è il prossimo anno o la prossima scadenza elettorale, quello che ci interessa è come sarà l’Italia tra dieci anni». Il cammino delineato è quello della «crescita strutturale»: né «cieca austerità» né «avventurismi creativi». Per questo «siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza logiche predatorie».

Venendo ai punti qualificanti del suo programma di governo, la premier ha enfatizzato la necessità di una riforma istituzionale in senso presidenziale, che si accompagni ad una vera attuazione delle autonomie e dei poteri per Roma Capitale. L’obiettivo: «Passare da una democrazia interloquente ad una democrazia decidente». In concreto, «vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni». Quindi, il «nuovo patto fiscale»: nell’analisi di Meloni, è necessaria una «tregua» per consentire a famiglie e imprese di regolarizzare la propria posizione con il fisco. I due pilastri della sua politica fiscale: una progressiva revisione delle aliquote in vista di una tassa piatta (flat tax) più estesa per le partite iva e una lotta all’evasione fiscale che punisca gli evasori ma che non sia solo una «caccia alle entrate». Poi, citando le parole di Papa Francesco sul lavoro come via per garantire dignità alle persone – raccogliendo l’applauso, in piedi, anche dell’opposizione -, ha parlato della povertà diffusa e sottolineato che la risposta per chi è indigente non è il reddito di cittadinanza – «non è una soluzione, è una sconfitta» – bensì la creazione di nuova occupazione.

Anche lavoro, scuola e famiglia, tra i temi delle dichiarazioni programmatiche della premier. Tra gli strumenti concreti, «l’aumento degli importi dell’assegno unico e universale» e la progressiva introduzione del «quoziente famigliare». Quindi, il discorso ampio sulla libertà, per assicurare che «il centrodestra non limiterà mai i diritti civili o l’aborto e si vedrà chi davvero in campagna elettorale mentiva sulle nostre intenzioni». Ma anche per condannare tutti i totalitarismi del 900, ha sottolineato, citando espressamente il fascismo – «non ne ho mai avuto simpatia» – e la «vergogna delle leggi razziali», rivendicando invece la politica legittima della destra nelle istituzioni repubblicane. Ancora, la legalità e la lotta alla mafia. «Affronteremo il cancro mafioso a testa alta – la promessa -. La lotta alla mafia ci troverà in prima linea: da questo governo la criminalità avrà solo disprezzo e inflessibilità».

Sul capitolo Covid, Meloni ha fatto memoria delle vittime e reso omaggio al personale sanitario» che con «professionalità» e «abnegazione» ha salvato «migliaia di vite umane». Tuttavia, ha sottolineato, «l’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello». Per quanto riguarda l’immigrazione, poi, la presidente del Consiglio ha garantito che il suo governo non metterà mai in discussione il diritto di asilo ma farà rispettare il principio secondo cui «in Italia non si entra illegalmente», proponendo all’Europa non il «blocco navale» più volte evocato in passato, ma il ripristino di controlli sul modello della missione Sophia della Ue, che prevedeva pattugliamenti in mare, affiancati da accordi con le nazioni del Nord Africa per il controllo delle coste e l’istituzione di hotspot in loco ove vagliare preventivamente le domande di accoglienza. Riguardo all’Africa, poi, ha aggiunto: «Credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane».

Un discorso, quello della leader di Fratelli d’Italia, durato 70 minuti, concluso dando di sé stessa la definizione di «underdog»: lo sfavorito che ribalta ogni previsione e vince. «Intendo continuare ad esserlo» ha garantito. Quindi, guardando al suo governo, ha aggiunto: «A volte riusciremo, a volte falliremo, ma state certi che non ci arrenderemo, non indietreggeremo e non tradiremo le speranze. Da ultimo, la citazione di Papa Giovanni Paolo II: «Mi ha insegnato che la libertà non è fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve. Io sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo».

La giornata della Camera è proseguita, dopo il discorso di Meloni , con la discussione generale; alle 17 la replica, quindi le dichiarazioni di voto e la votazione con chiama nominale, a partire dalle 19. Domani, 26 ottobre, il dibattito in Senato.

25 ottobre 2022