La preghiera di Roma per Padre Pio

Le celebrazioni a San salvatore in Lauro, nel 50° della morte e a 100 anni dalla comparsa delle stimmate. Il vescovo Ruzza: «Santo quotidiano, riferimento da seguire per vivere come propone il Vangelo»

Nel suo incedere lenta con le braccia spalancate, la statua di padre Pio sembrava abbracciare i tanti fedeli riuniti ieri, 23 settembre, presso la chiesa di San Salvatore in Lauro, nel rione Ponte, in occasione della festa per il santo di Pietrelcina nel 50mo anniversario dalla sua morte e a 100 anni dalla comparsa delle stimmate. Dal sagrato antistante il santuario che è centro di diffusione della spiritualità di padre Pio e ne conserva importanti reliquie, si è snodata la processione guidata dal vescovo Gianrico Ruzza, ausiliare per il settore Centro: attraverso via dei Coronari si è raggiunta la vicina piazza Navona dove il simulacro è stato accolto dal caloroso applauso dei devoti, nel silenzio rispettoso di turisti e passanti.

Dopo un momento musicale curato dal Gran concerto bandistico di Frascati, spazio ai saluti istituzionali: dal vice presidente del municipio I Matteo Costantini  – che ha espresso parole di stima per «tutti i corpi della Protezione civile, che compiono piccoli e grandi miracoli d’amore con il loro servizio» – ad Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione civile, che ha il santo di Pietrelcina come patrono.  «È il vostro protettore soprattutto per un motivo speciale – ha chiosato monsignor Ruzza rivolgendosi ai vari corpi presenti -: perché è un “santo quotidiano”, uno di noi, ma che ha espresso in modo eccelso il legame con il Signore e a cui voi preposti all’ordine, alla sicurezza e all’aiuto della popolazione sicuramente guardate ogni volta che aprite le vostre braccia e i vostri cuori per alleviarne le sofferenze».

La piazza si è poi colorata con le acrobazie degli sbandieratori del gruppo storico delle Marche di Castiglion Fiorentino: la chiesa di san Salvatore in Lauro, infatti, è la chiesa di riferimento per i marchigiani che vivono nella Capitale. Prima di farvi ritorno per la celebrazione della Messa nel sagrato, il vescovo ha benedetto i mezzi della Protezione civile «affinché il Signore vi guidi nei vostri viaggi e operiate con prudenza, perizia ed entusiasmo per la salvezza dei cittadini». Nella sua omelia, invece, il presule ha indicato padre Pio come il riferimento da seguire «per corrispondere al modello divino, per vivere la vita come il Signore ci propone nel Vangelo: l’essere piccolo e l’atteggiamento di umiltà sono ciò che ha contraddistinto il frate minore, proprio sull’esempio di san Francesco d’Assisi». Tale strada, però, «a noi uomini fa paura, perché prevede anche la sofferenza e il dolore: la promessa del Paradiso infatti per compiersi deve passare attraverso la croce e padre Pio è modello in questo poiché l’esperienza delle stimmate è stata prima di tutto una sofferenza psicologica  oltre che segno di unità profonda con la sofferenza di Cristo che non ci promette di non soffrire ma di soffrire con noi, accanto a noi».

24 settembre 2018