La preghiera della Chiesa «in cammino verso l’unità»

A San Felice da Cantalice la veglia ecumenica diocesana con il vescovo Palmieri. Atanasio di Bogdania, vicario degli Ortodossi romeni d'Italia: «Un percorso che riguarda ognuno di noi»

«Siamo una Chiesa in cammino verso l’unità». Con queste parole il vescovo Gianpiero Palmieri, ausiliare per il settore Est, ha aperto ieri sera, martedì 22 gennaio, la veglia ecumenica diocesana nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani il cui tema, “Cercate di essere veramente giusti”, è stato scelto dalle Chiese in Indonesia, Paese a maggioranza islamica dove le diverse religioni hanno imparato a convivere. Tratto da un passo del Deuteronomio, per il vescovo Palmieri costituisce oggi «un invito a vivere nella giustizia, superando le divisioni e i conflitti». La giustizia va inoltre «perseguita e incarnata». L’unità in Cristo, ha concluso, «ci abilita a lottare in favore della giustizia e per la promozione della dignità umana».

La veglia si è svolta nella parrocchia francescana San Felice da Cantalice, a Centocelle, e ha visto raccolti in un’unica preghiera per l’unità visibile della Chiesa numerosi rappresentanti e fedeli delle comunità cristiane non cattoliche della Capitale. Le differenti realtà pastorali e missionarie sono quotidianamente chiamate a «ricostruire quell’unità che abbiamo spezzato», ha rimarcato durante l’omelia il vescovo Atanasio di Bogdania, vicario della diocesi ortodossa romena d’Italia. Alla base dell’unità c’è l’amore e «il più grande scandalo è professare la fede nella Trinità e poi non vivere amando», ha aggiunto. Il presule ha ammesso che nessuno sa quando «saranno ricuciti quegli strappi storici» ma già da oggi è possibile preparare la strada all’unità impegnandosi «seriamente nel costruire una missione basata sulla reciproca accoglienza, nel reciproco amore in Cristo». L’unità non riguarda «le scelte o gli errori teologici» degli altri ma concerne «ognuno di noi», ha concluso.

Monsignor Marco Gnavi, incaricato dell’ufficio diocesano per l’Ecumenismo, ricordando che nel settore est ci sono numerose comunità cristiane e non ha auspicato che l’unità, la carità, la testimonianza della cura e dell’ascolto del Vangelo tra i cristiani «possano essere di esempio e divenire contagiosi». In un mondo in cui vi sono tante divisioni e violenze «abbiamo tutti bisogno di fraternità». I partecipanti alla veglia poi sono stati chiamati a rendere concreti i propri impegni a operare fraternamente per la giustizia, scrivendo i gesti e i compiti che intendono portare a termine su cartoncini bianchi che sono stati depositati ai piedi del Crocifisso.

La veglia è stata l’occasione per monsignor Gnavi di presentare due nuovi pastori: padre Michael Jonas, luterano, e il pastore Marco Fornerone, valdese. Il parroco, padre Mario Fucà, ha accolto anche padre Vladimir Laiba del patriarcato ecumenico, padre Tirayr Hakobyan della chiesa Ortodossa Armena, la pastora della comunità metodista Mirella Manocchio, padre Augustin, ortodosso romeno, suor Maria Giampiccolo, il cattolico Stefano Ercoli della commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo, la pastora Antonella Scuderi della comunità Battista, il tenente colonnello Anne-Florence Tursi dell’Esercito della salvezza. Le offerte raccolte durante la veglia di preghiera saranno devolute ad alcune famiglie dell’Indonesia recentemente colpita da violenti maremoti.

23 gennaio 2019