La preghiera del Papa per le violenze in Ecuador

Cento morti e diversi feriti in un carcere, per uno scontro tra bande. L’appello per il Myanmar e la Giornata per l’abbattimento delle barriere architettoniche

Dopo la preghiera dell’Angelus di ieri, 3 ottobre, Papa Francesco ha voluto ricordare la «terribile esplosione di violenza tra detenuti appartenenti a bande rivali» esplosa nel carcere di Guayaquil, in Ecuador. «Mi ha molto addolorato», ha detto, ricordando il bilancio delle vittime: oltre 100 morti e numerosi feriti. «Prego per loro e per le loro famiglie ancora le parole del pontefice -. Dio ci aiuti a sanare le piaghe del crimine che schiavizza i più poveri. E aiuti quanti lavorano ogni giorno per rendere più umana la vita nelle carceri».

Davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro il Papa ha rinnovato anche il suo appello per la pace in Myanmar. «Desidero nuovamente implorare da Dio il dono della pace per l’amata terra del Myanmar – le sue parole -: perché le mani di quanti la abitano non debbano più asciugare lacrime di dolore e di morte, ma possano stringersi per superare le difficoltà e lavorare insieme per l’avvento della pace». Quindi, il pensiero «ai fedeli radunati presso il Santuario di Pompei per la recita della Supplica alla Vergine Maria. In questo mese – l’esortazione – rinnoviamo insieme l’impegno a pregare il santo Rosario». Da ultimo, il ricordo della Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche: «Ognuno può dare una mano per una società dove nessuno si senta escluso».

4 ottobre 2021