La preghiera degli universitari per Paolo VI

Ospitata dalla cappella della Sapienza la preghiera in preparazione alla beatificazione di Papa Montini. Il rettore Frati: «Siamo orfani della sua modernità». Rivolgendosi ai giovani, il cardinale Vallini ne ha ricordato le parole al termine del Vaticano II: «Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!»

Sono state le immagini della pesca miracolosa raccontata dall’evangelista Giovanni, tratte dalla miniserie su San Pietro prodotta dieci anni fa da Rai e Lux Vide, ad aprire, sabato 18 ottobre nella cappella della Sapienza, la veglia di preghiera con gli universitari di Roma per la beatificazione di Paolo VI. Subito dopo, sugli schermi allestiti nel piazzale gremito, l’inquadratura color seppia della fumata bianca. “Quella” fumata bianca che, dopo 18 giorni di lutto e due di conclave, indicava che c’era un nuovo Papa: Giovanni Battista Montini.

«Qui Papa Montini non è stato solo studente di lettere e filosofia dal 1920 al 1922 – ha detto Luigi Frati, rettore dell’università – ma molto di più. È stato responsabile, dal 1923 al 1925, del gruppo Fuci, dove anni dopo sarebbero cresciute tre persone il cui impegno di servizio fu testimoniato fino al martirio: Aldo Moro, Vittorio Bachelet e Piersanti Mattarella. Noi, intellettuali o pseudo-intellettuali d’Italia, di Papa Montini siamo orfani. Siamo orfani della sua modernità in cui fondere la verità “prima”, quella divina, con le verità “seconde”, quelle che studiamo come ricercatori». Nel corso della veglia, presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini alla presenza del delegato diocesano per la pastorale universitaria, il vescovo Lorenzo Leuzzi, e animata da circa 150 giovani della Fuci provenienti da tutta Italia, è intervenuto il cappellano universitario, padre Jean Paul Hernandez. «L’autore dell’ “Evangelii Gaudium” dichiara beato l’autore dell’ “Evangelii Nunziandi” – ha evidenziato il gesuita -. Tempo e spazio sono la grammatica di Dio. Il tempo dello studio è il tempo delle grandi decisioni di vita, e siamo davanti a una chiesa la cui costruzione è legata a Giovanni Battista Montini e invita a vedere la vita come un grande capolavoro artistico».

Sugli schermi scorrono altri momenti storici legati a Paolo VI, nel cortile si diffondono le sue parole alla conclusione del Concilio Vaticano II: «Nessuno è escluso, nessuno è lontano» (1965); «il grido e il pianto dell’ineffabile dolore con cui la tragedia presente soffoca la nostra voce» in occasione dei funerali di Aldo Moro (1978); la notte di Natale all’acciaieria di Taranto, nel ’68, quando, rilanciando con la sua visita l’amicizia tra Chiesa e mondo del lavoro, chiese agli operai: «Siete più contenti voi che io sia qui o sono più contento io?».

Ricorda Giovanni Battista Montini come una «figura poliedrica» il cardinale Vallini nella sua riflessione finale: «La sua beatificazione è una benedizione spirituale. Aveva una personalità straordinaria: intelligente e austero ma delicato, sapiente e lungimirante, umile e forte. Di alta statura spirituale, era un uomo religioso nel significato più profondo, era completamente consegnato a Dio e tendeva continuamente a Cristo». Oltre al «grande merito di aver guidato il Concilio, è stato il Papa dell’ecumenismo, ha abbracciato tutti, ha parlato alle Nazioni Unite. Non si è rivolto solo agli uomini di pensiero ma si è aperto a tutti con una conversazione semplice e cordiale e con uno sguardo di predilezione verso i giovani. Convinto che carità e verità, scienza e fede, pensiero umano e divino non fossero in contrapposizione, ha vissuto di tre grandi passioni: la fede, la Chiesa e l’uomo». Infine, rivolgendosi ai giovani presenti, il cardinale vicario, citando le conclusioni di Paolo VI al Concilio, ha aggiunto: «Vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, ad intendere l’appello dei vostri fratelli, e a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate, di dar libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!».

20 ottobre 2014