La povertà al tempo del coronavirus e la nuova “Michelin” di Sant’Egidio

Presentata l’edizione aggiornata della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi a Roma”. Dal presidente Impagliazzo l’appello a una maggiore sinergia tra istituzioni. Le iniziative del #Natalepertutti

Nel 2020 i poveri in Italia sono saliti a cinque milioni e, stando ai dati del Censis, sono stati persi 550mila posti di lavoro. Questo il contesto in cui la Comunità di Sant’Egidio ha continuato a portare sollievo alle persone in difficoltà come fa ormai dal 1968. In particolare, da marzo scorso ha creato in Italia oltre 50 nuovi centri di distribuzione alimentare e nelle sue mense è arrivata a offrire più di 6mila pasti a settimana. «A causa del peggioramento delle condizioni economiche della popolazione, siamo passati dall’offrire 7.500 pasti gratuiti al mese a 18.750 al mese», ha raccontato ieri, 10 dicembre, il presidente Marco Impagliazzo, presentando nella sede di via della Paglia, a Trastevere, le iniziative natalizie e la guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, conosciuta ormai come la “Michelin dei poveri”. Il volume infatti  è diventato nel corso degli anni un riferimento imprescindibile per chi ha bisogno di ristoro ma anche di cure e pasti, fornendo indirizzi di mense, centri di accoglienza e di ascolto, ospedali. La pubblicazione di 265 pagine è dedicata alla memoria di Modesta Valenti, una senza dimora morta in strada nei pressi della stazione Termini, dove viveva, dopo che l’ambulanza si rifiutò di caricarla perché “sporca”.

Proprio per assistere una popolazione, quella dei fragili, che aumenta di giorno in giorno, Marco Impagliazzo ha fatto appello al prefetto, chiedendo ancora più posti per l’accoglienza dei senza dimora, e ha invitato a una sinergia tra le istituzioni, la sola a poter garantire la giusta attenzione ai più fragili. «Pensiamo a quanto sia duro, per chi vive per strada, garantirsi anche le cure più elementari. Già procurarsi una ricetta elettronica rappresenta una difficoltà», ha commentato. Quindi ha rivendicato la «proficua collaborazione» realizzata dalla Comunità «con tre strutture sanitarie di eccellenza qui a Roma: il Bambino Gesù, lo Spallanzani e il San Giovanni».

È cambiato l’atteggiamento degli italiani, e in particolar modo dei cittadini romani, verso le persone senza dimora? «La solidarietà dei romani è certamente cambiata – la risposta di Impagliazzo – ma nel senso del maggior coinvolgimento. Aumentano i giovani che si uniscono alla Comunità di Sant’Egidio per fare del bene, anche se l’impegno si concentra nei quartieri di appartenenza per rispettare le limitazioni alla mobilità imposte dalle misure anti Covid. Non c’è diffidenza per chi vive per strada». Sant’Egidio si è mobilitata sin dall’inizio dell’emergenza tenendo operative per tutto l’anno le mense e ha incrementato i “pasti itineranti” per le persone che vivono per strada, insieme alla diffusione di prodotti utili per proteggersi dal contagio come mascherine e gel igienizzanti. Nelle diverse città italiane in cui è presente, ha aperto oltre 50 nuovi centri di distribuzione e donato, da marzo a ottobre, 150mila pacchi alimentari. Complessivamente, la Comunità ha aiutato chi aveva bisogno oltre due volte e mezzo in più rispetto all’anno precedente.

Il presidente ha ricordato la collaborazione con alcune istituzioni e organizzazioni presenti sul territorio, come l’Elemosineria apostolica, la chiesa di San Callisto a Trastevere e i circoli del Pd, che stanno mettendo a disposizione posti letto e aiuti per distribuire il cibo. Ma Impagliazzo ha evidenziato anche che l’emergenza ha dei risvolti ancora drammatici: «Per chi vive per strada le limitazioni imposte dalla pandemia rappresentano una condizione molto dura perché diminuiscono le possibilità di trovare ricoveri di fortuna o pasti caldi. Per questo anche il Comune di Roma dovrebbe fare rete con le altre istituzioni e aiutarci a moltiplicare i luoghi di accoglienza, che oggi sono dimezzati per via delle distanze minime anti Covid». Quindi ha ricordato il messaggio consegnato dal Papa alla città e al Paese il 27 marzo scorso: «Nessuno si salva da solo».

Nell’occasione, la Comunità di Sant’Egidio ha presentato anche le iniziative in programma per un #Natalepertutti. Non ci saranno le tavolate gli anni scorsi ma nessun povero sarà lasciato solo: non mancheranno sorprese, pranzi caldi e regali come nella migliore tradizione della Comunità, nel rispetto delle misure anti Covid. I volontari andranno a casa delle persone, nelle strutture sanitarie, nelle carceri, per portare affetto e vicinanza, che è quello che manca di più in questi mesi duri. Tutti possono aiutare: dal 7 al 28 dicembre è possibile fare una donazione con chiamata da rete fissa o sms al numero 45586. Solo l’anno scorso la Comunità di Sant’Egidio ha potuto invitare al Pranzo di Natale 60mila persone in difficoltà in 90 città italiane e oltre 200mila nel mondo. «Ogni 25 dicembre accogliamo i poveri e i fragili che la Comunità sostiene e aiuta durante tutto l’anno: anziani soli, famiglie in difficoltà, persone senza fissa dimora, rifugiati giunti con i corridoi umanitari – ha spiegato il portavoce Roberto Zuccolini -. Nel Natale di un anno così difficile, vogliamo mostrare a tutti un segno di unità e di speranza: dalla crisi si esce con la solidarietà». Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun sms inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali; di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali; di 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.

11 dicembre 2020