La Porta Santa del Divino Amore, «arco di fede»

Il 6 gennaio la celebrazione presieduta dal cardinale Vallini. L’invito: «Andare verso la luce che dà senso all’esistenza ed è capace di cambiarci il cuore»

Il 6 gennaio la celebrazione presieduta dal cardinale Agostino Vallini. L’invito: «Andare verso la luce che dà senso all’esistenza ed è capace di cambiarci il cuore»

«È questa la porta del Signore: per essa entriamo per ottenere misericordia e perdono». Queste le parole pronunciate dal cardinale vicario Agostino Vallini ieri, mercoledì 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, prima di varcare l’arco della Torre del Primo Miracolo del Santuario del Divino Amore a Castel di Leva. La sesta Porta Santa della Misericordia aperta nella diocesi di Roma, dopo quelle delle quattro basiliche papali e quella dell’Ostello della Caritas in via Marsala.

Mentre termina il rito dell’apertura, una luce molto intensa squarcia le nubi dalle quali fino a poco prima una pioggerellina scendeva a intermittenza sui fedeli. Ad aspettare il porporato di fronte all’arco si era radunato un gran numero di persone di tutte le età. Tutte accomunate dalla devozione nei confronti della Madonna del Divino Amore, la cui antica immagine che raffigura la Vergine in trono con in braccio Gesù Bambino sovrastati dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo, campeggia proprio sopra l’arco della Torre del Primo Miracolo. Tra le autorità, presenti il sub commissario di Roma Capitale Camillo De Milato, Simona Testa in rappresentanza del IX Municipio, Renato Brunetta e Gianni Alemanno. Tra i tanti pellegrini, invece, ci sono Rosa e il marito che, da trent’anni, non saltano una Messa domenicale delle 6 del mattino al santuario antico. «Abbiamo festeggiato anche il nostro cinquantesimo anniversario di nozze – racconta con entusiasmo – e per me oggi è una gioia essere qui. Lo aspettavamo tanto». Franca e Giacomo, anche loro over 70enni, hanno portato entrambi i figli appena nati al Santuario del Divino Amore prima di fare rientro a casa dalla clinica, «per porli sotto la protezione della Vergine». La stessa cosa ha fatto ieri Veronica, una giovane mamma di origini ecuadoregne, con la sua bimba di cinque anni.

Varcata la soglia della Porta Santa, il cardinale vicario, seguito dal diacono, dai concelebranti, dai ministri, dagli Oblati Figli e Figlie della Madonna del Divino Amore e dai fedeli, guida la processione verso il Nuovo Santuario per presiedere la celebrazione eucaristica. Nella solennità dell’Epifania, commentando le letture del giorno, presenta i tre Magi come «cercatori di bene che si mettono in cammino verso Betlemme». Sono modelli da seguire. «Siamo tutti un po’ cercatori: il nostro mondo globalizzato e ricco di potenzialità ci stanca e ci scoraggia un po’. Dovremmo andare verso la luce che dà senso alla nostra esistenza ed è capace di cambiarci il cuore». L’invito, dunque, è quello a diventare noi stessi «cercatori del bene, della verità, del dialogo, del confronto e di tutto ciò che può unire» in una società in cui «troppo spesso prevale la cultura della divisione e della prevaricazione».

In quest’ottica, la Porta Santa del Santuario del Divino Amore rappresenta un «luogo particolare di misericordia e di perdono, un luogo per ricominciare», per vivere la fede «nel concreto delle mie relazioni familiari, sociali e professionali» non solo a Roma, ma in Italia, in Europa e nel mondo intero. «Questa porta – conclude il porporato – sia un arco di fede, desiderio di vita nuova e di essere in pace con tutti» attraverso il prezioso strumento del perdono, ovvero «l’amore difficile».

«Con il cuore pieno di giubilo – interviene don Luciano Chagas, rettore del Santuario del Divino Amore al termine della Messa – ringrazio il Signore per il dono di questo Anno Santo e perché è stato scelto il nostro santuario come una delle sei Porte della nostra diocesi». Un ringraziamento speciale è dedicato alle «forze dell’ordine, che hanno vegliato per la sicurezza dei pellegrini», ai fedeli giunti numerosi e ai volontari che hanno collaborato durante la mattinata (tra i quali Unitalsi, Croce Rossa e Confraternita della Madonna del Divino Amore). I fedeli che compiono il pellegrinaggio alla Porta Santa potranno partecipare alla liturgia alle ore 10 e 16 nei giorni festivi e alle 16 nei feriali nel santuario dov’è custodita l’icona della Vergine.

7 gennaio 2016