La pesante eredità del Covid-19 sugli anziani sopravvissuti

Hanno battuto il virus ma «non sono più quelli di prima». 72 ricerche analizzano i danni neurologici sugli ex pazienti Covid. E poi l’impatto psicologico di ricovero e isolamento. Rizzi (Soleterre): «Lascia il segno anche dopo che si è dimessi»

«Mio padre a 84 anni si è ammalato di Covid-19. Ne è uscito vivo dopo 80 giorni di ospedale ma non è più lo stesso di prima». Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli, sta raccontando da mesi sul suo profilo Facebook personale come e quanto il coronavirus ha colpito la sua famiglia. Anche lui si è ammalato, così come il suo compagno. La mamma, malata di tumore, è morta in maggio dopo che per causa del covid-19 non ha potuto essere sottoposta a chemio. «Non riesco a rielaborare il lutto della morte di mia madre perché sono completamente assorbito dalle esigenze di mio padre – racconta -. Confonde il giorno con la notte, ha visioni e incubi, ha perso ogni contatto con la realtà. Ha bisogno di assistenza 24 ore su 24». Ma il caso di suo padre non è l’unico. Il Covid-19 lascia tracce pesanti in molti pazienti. «Ormai numerosi studi confermano che il Covid-19 può colpire e causare danni al sistema nervoso centrale e periferico – spiega Damiano Rizzi, psicologo clinico e presidente di Soleterre, ong che al Policlinico San Matteo di Pavia si sta occupando dell’assistenza psicologica dei pazienti covid sia durante il ricovero sia dopo le dimissioni -. Uno dei miei pazienti, tra l’altro abbastanza giovane, sta perdendo la vista».

Ci sono già 72 ricerche internazionali che analizzano i danni neurologici nei pazienti Covid-19. «Sono stati riscontrati casi di demielinizzazione dei neuroni – aggiunge Rizzi -. Questo porta a danni neurologici importanti. Ci sono pazienti colpiti da ictus, oppure che hanno attacchi epilettici, deliri, vertigini, cefalee». Se si tratta poi di persone anziane è come se ci fosse un’accelerazione dei processi degenerativi “tipici” della vecchiaia. «Al San Matteo inizieremo uno studio scientifico per capire con precisione quali sono i danni lasciati dal Covid-19 – spiega Rizzi -. Quel che è certo, comunque, è che si tratta di una malattia importante, che può colpire le persone non solo alle vie respiratorie, ma anche al sistema nervoso o ad altri organi. E poi c’è l’impatto psicologico: è una malattia che ti isola e quando si è soli si perde la percezione della realtà, le paure si ingigantiscono. Chi è stato ricoverato ha visto morire altri pazienti e ha convissuto da solo per settimane con la paura di fare la stessa fine. È evidente che ciò può lasciare il segno anche dopo che si viene dimessi».

7 settembre 2020