La parrocchia ucraina gremita per invocare la pace

Celebrata nella chiesa dei Santi Sergio e Bacco una Messa per invocare la fine delle violenze. Il vescovo Zuppi: «Vi porto l’affetto e l’amicizia della Chiesa di Roma»

«Il giovedì pomeriggio per le badanti è giorno libero, per questo oggi abbiamo potuto partecipare in così tante: prima venivamo solo di domenica, ma da quando è scoppiata la guerra anche il giovedì cerchiamo sempre di esserci». Alina, come molte sue connazionali che abitano in città, viene da Lviv, Leopoli, dove la guerra non è arrivata «ma – dice – i giovani che sono morti a Luhansk, Donetsk o Sevastopol potevano essere nostri figli, perciò siamo qui a pregare». Sono solo donne alla Messa per la pace celebrata l’11 settembre nella parrocchia dei Santi Sergio e Bacco, chiesa nazionale degli ucraini di Roma. «Ma è normale – spiega il parroco, don Ivan Kulyk -, perché i mariti in maggioranza fanno i manovali e a quest’ora sono ancora al lavoro, oppure loro sono in Italia da sole, come la gran parte delle signore ucraine che lavorano qui come colf». Solo donne, quasi tutte con i capelli corti di chi non ha tempo per sé, che riempiono la chiesa dei canti della liturgia greco-cattolica: centinaia di mani che sostengono e accudiscono, in preghiera per la pace nel “giorno libero”.

Attraverso le parole di Paolo VI e san Giovanni Paolo II, la comunità ucraina di Roma ha reso grazie «per i desideri, gli sforzi, le realizzazioni che lo Spirito di pace suscita negli uomini» «per sostituire l’odio con l’amore, la diffidenza con la comprensione, l’indifferenza con la solidarietà». Ha chiesto con forza: «Mai più la guerra», e ha supplicato il Signore di parlare «ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli suggerendo soluzioni nuove, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra». «Voglio esprimere tutta la vicinanza, l’affetto e l’amicizia che la Chiesa di Roma ha per voi – ha detto al termine della celebrazione monsignor Matteo Zuppi, vescovo ausiliare per il settore Centro, presente in rappresentanza della diocesi insieme a monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle migrazioni -, e in particolare sono qui per dirvi che pregheremo ancora di più per la pace nel vostro Paese, perché la violenza possa cessare presto, subito!». «Vorrei anche – ha quindi aggiunto – che stasera ricordassimo Oxana», la governante 38enne uccisa all’Eur a fine agosto, «vittima innocente come tutte le vittime della violenza e della guerra, sperando di ritrovarci presto per una celebrazione di ringraziamento per la pace».

Dopo aver espresso gratitudine «a monsignor Matteo e monsignor Pierpaolo per la presenza e l’amicizia» e aver consegnato ancora una volta il popolo ucraino nelle mani del Signore «perché noi siamo deboli, ma ci affidiamo a Lui affinché cessi ogni odio», don Ivan ha ricordato il prossimo appuntamento di preghiera per la pace. «Il 19 ottobre prossimo celebreremo la festa parrocchiale e pregheremo nuovamente perché questo conflitto finisca – ha ricordato -: una celebrazione cui parteciperà il visitatore apostolico per gli ucraini in Italia e Spagna, Dionisio Lakhovyc, cui abbiamo invitato anche Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, in quei giorni a Roma per il sinodo dei vescovi sulla famiglia, e a cui ovviamente invitiamo tutti coloro, speriamo tanti, che vorranno unirsi alle nostre preghiere».