La Papa Giovanni XXIII contro la riapertura della case chiuse

L’associazione fondata da don Benzi dopo la dichiarazione del vice premier Salvini: «Chiediamo ai governanti di adottare misure necessarie per liberare queste donne»

«L’idea di riaprire le case chiuse è fuori dalla storia». Il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda interviene senza esitazione nel dibattito aperto dalle dichiarazioni del vice premier Salvini riguardo alla riapertura della case chiuse. «Il vero problema che la politica ha il dovere di affrontare – sostiene il successore di don Oreste Benzi – sono le decine di migliaia di donne, anche giovanissime, costrette a prostituirsi, rese schiave dalla criminalità organizzata e dai clienti che sfruttano la loro condizione di vulnerabilità».

Per Ramonda «non basta dire che l’attuale governo non intende intervenire sul tema. Chiediamo ai governanti di adottare le misure necessarie per liberare queste donne. La soluzione – osserva – non è l’Austria, nei cui night club non vi sono donne austriache ma persone vulnerabili che provengono da Paesi poveri». La vera soluzione, prosegue il presidente dell’associazione che in 30 anni di attività ha liberato dalla strada e accolto oltre 7mila ragazze vittime del racket della prostituzione, è il cosiddetto modello nordico «in cui si prevede la sanzione ai clienti, considerati corresponsabili della riduzione in schiavitù di queste persone».

Proprio al modello nordico si ispira la campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione “Questo è il mio corpo“, promossa dalla Papa Giovanni XIII insieme a un cartello di associazioni, tra cui Azione cattolica, Agesci, Forum famiglie, Cisl, Rinnovamento nello Spirito. L’obiettivo: ridurre il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti delle persone che si prostituiscono. Nel frattempo, la Comunità è presente accanto a loro ogni settimana con 28 unità di strada e 120 volontari. E nelle case famiglia, in cui le vittime sottratte alla strada sono accolte. «Invitiamo il ministro Salvini a visitarne una», conclude Ramonda.

Alla ristrutturazione di una casa di accoglienza per donne vittime di tratta, annuncia ancora il presidente, saranno destinati anche i fondi devoluti alla Comunità dopo la vendita all’asta della Lamborghini donata a Papa Francesco. Il pontefice aveva incontrato queste donne nell’agosto 2016, in occasione di un Venerdì della misericordia. «Questo atto di carità – afferma Ramonda – è anche un riconoscimento alla straordinaria opera iniziata dal Servo di Dio don Oreste Benzi nella lotta contro la tratta e lo sfruttamento della prostituzione, acquisendo grande valore perché supporta coloro che ogni giorno spendono la vita insieme agli ultimi, cercando di risollevarli dalle ingiustizie e dalle vessazioni cui sono soggetti. Questo generoso contributo ci aiuterà ad ampliare una struttura che da oltre 20 anni ha accolto centinaia di donne schiavizzate».

1° marzo 2019