La pandemia non ferma il traffico di droga in Italia
Relazione al Parlamento: crescono i sequestri; diminuiscono le overdose. Siniscalchi (Dpa): «Produzione e traffico sembrano essersi adattati alle restrizioni»
La pandemia non ha rallentato il traffico di droga nel nostro Paese che complessivamente muove attività economiche per 16,2 miliardi di euro. A fotografare l’articolato mondo delle dipendenze e delle sostanze stupefacenti nel 2020 è la corposa Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, consegnata alle Camere nei tempi previsti dalle normative, come non accadeva ormai da molti anni. A testimoniare l’inarrestabile attività di narcotraffico sul territorio italiano anche in piena emergenza sanitaria sono i dati sui sequestri che nel complesso fanno registrare un leggero aumento rispetto al 2019 (+7,4%), con la cocaina che vede un aumento clamoroso nei quantitativi sequestrati dalle autorità (+62%). I dati raccolti nel rapporto mostrano anche un calo nell’ultimo anno di rilevazione della presenza in carcere di detenuti per reati droga-correlati. Infine, nel 2020 diminuiscono anche le overdose: rispetto al 2019 fanno segnare un decremento del 18%.
Nonostante i ripetuti lockdown abbiano paralizzato o rallentato le comuni attività quotidiane in tutta Italia, chi non sembra aver risentito in modo particolare di queste restrizioni è il traffico di droga che nel 2020 ha fatto registrare dati piuttosto preoccupanti. «La produzione e il traffico di stupefacenti sembrano essersi rapidamente adattati alle restrizioni connesse alla pandemia – spiega nella relazione Flavio Siniscalchi, capo Dipartimento Politiche antidroga -. Nel 2020 è aumentato infatti il quantitativo di sostanze sequestrate nel territorio nazionale malgrado un numero inferiore di operazioni antidroga». Secondo Siniscalchi, le misure di lockdown «hanno inciso sul commercio al dettaglio di stupefacenti», ma allo stesso tempo «potrebbero aver favorito il potenziamento di modalità di distribuzione online delle sostanze, accelerando una tendenza registrata negli ultimi anni, di un mercato sempre più digitalizzato».
Con un valore complessivo di 16,2 miliardi di euro, quello delle sostanze stupefacenti è un mercato che non conosce crisi. Neanche quando il mondo intero è alle prese con una pandemia che ha imposto restrizioni e limitazioni agli spostamenti. Stando a quanto afferma la Relazione, la fetta più importante di questo mercato è costituito dal consumo dei derivati della cannabis, con il 39% del mercato, e all’utilizzo della cocaina che da sola copre il 32% del giro d’affari. Ma è proprio la cocaina a far registrare trend preoccupanti. «Negli ultimi 3 anni per il mercato della cocaina si è osservato un incremento medio del commercio di circa 2,5 punti percentuali», si legge nella relazione. Continua ad aumentare, inoltre, anche il numero delle nuove sostanze psicoattive (Nps). Nel 2020, solo sul territorio italiano, ne sono sono state individuate 44, la maggior parte riconducibili alla categoria dei catinoni sintetici, e nel corso del primo semestre post-lockdown si è evidenziato un forte aumento rispetto allo stesso periodo del 2019 (circa 200%) delle segnalazioni di sequestro di Nps.
Uno degli indicatori che mostra con evidenza l’assenza di una flessione nel traffico a causa della pandemia è rappresentato dai sequestri. Secondo la relazione, le operazioni antidroga hanno portato al sequestro di oltre 58,8 tonnellate di sostanze stupefacenti (+7,4% rispetto al 2019), di 414.396 piante di cannabis (+85%) e di 38.276 compresse/dosi (-40%) di droga. Nel dettaglio, lungo il 2020 sono state sequestrate 13,4 tonnellate di cocaina, 512 kg di eroina, oltre 19,8 tonnellate di marijuana e più di 9,7 tonnellate di hashish. «Meritevoli di menzione – si legge inoltre nella relazione – i dati più rilevanti dei sequestri di altre sostanze psicoattive, storicamente meno diffuse nel nostro Paese, riferiti a 131,8 kg di khat, 112 kg di bulbi di papavero e 11.544 dosi/compresse di ossicodone». L’andamento dei sequestri delle principali sostanze stupefacenti, inoltre, mostra un significativo aumento dei sequestri di cocaina proprio nel 2020. Nonostante le operazioni di sequestro – per la sola cocaina – siano diminuite del 9%, si è passati dalle 8,2 tonnellate alle 13,4 del 2020, con un incremento del 62%. Diminuisce del 17%, invece, l’eroina sequestrata in Italia, che passa da 618,59 kg nel 2019 a 512,39 kg nel 2020. In calo anche i sequestri dei derivati della cannabis (hashish -54% e marijuana -16%).
In crescita nell’ultimo quinquennio i procedimenti penali pendenti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti (Art. 73 DPR n. 309/1990): nel 2020 sono stati 92.875 e hanno coinvolto 189.707 persone. «In aumento nel 2020 anche il numero di soggetti (45.467) coinvolti in reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (Art. 74 DPR n. 309/1990) per un totale di 4.681 procedimenti penali», spiega il rapporto, mentre sono 10.578 i soggetti condannati nel 2020 per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti e/o associazione (Artt. 73 e 74 DPR n. 309/1990). I dati dei detenuti per reati correlati alla droga, invece, mostrano un decremento ma soltanto nell’ultimo anno di rilevazione, mostrando un trend opposto rispetto a quello registrato fino dal 2015 al 2019. Nel 2020, «oltre un terzo della popolazione carceraria è costituito da soggetti detenuti per reati droga-correlati – spiega la relazione -. Al 31 dicembre 2020, le persone detenute per reati in violazione del DPR n. 309/1990 presenti in carcere erano 18.697, pari al 35% del totale dei presenti: il 95% aveva commesso reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti (Art. 73 DPR n. 309/1990) e il 35% reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (Art. 74 DPR n. 309/1990)». In calo la quota di stranieri detenuti per reati droga-correlati: si è passati dal 36,7% del 2010 al 32,5% del 2020.
Anche questa edizione della Relazione focalizza l’attenzione sull’uso delle sostanze stupefacenti tra i giovani con la rilevazione Espad Italia realizzata dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr. Secondo lo studio, quasi uno studente di 15-19 anni su cinque ha riportato di aver assunto sostanze psicoattive illegali nel corso dell’anno: tra questi il 5,3% ha assunto due sostanze e il 4% almeno tre. «Il dato evidenzia un decremento rispetto all’anno precedente – si legge nella relazione -. La cannabis è stata la sostanza più utilizzata nel 2020: circa un quinto degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta. Nella maggior parte dei casi (91%), questa è stata l’unica sostanza consumata». Tuttavia, il 21% degli studenti utilizzatori, quindi poco più di uno studente su cinque, ha abitudini di consumo a rischio di sviluppare dipendenza. Preoccupa la diffusione del gioco d’azzardo tra i giovanissimi: un fenomeno che nell’anno della pandemia ha coinvolto il 44% degli studenti 15-19 anni. «L’8,2% ha giocato d’azzardo online – spiega la relazione -. Gli studenti giocatori con profilo “a rischio” sono il 9,3% e quelli con profilo “problematico” rappresentano il 3,8%, entrambi in calo negli ultimi anni». Per quanto riguarda la popolazione in generale, come negli anni passati la relazione propone l’analisi delle acque reflue condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Allo studio hanno aderito 33 città in cui sono stati raccolti 231 campioni e in ciascuno analizzate e quantificate 73 differenti sostanze psicoattive, spiega la relazione. Dalle analisi delle acque reflue, tra le sostanze analizzate, quelle identificate in maggiori quantità sono il Thc (con una media di 46-47 dosi per 1.000 abitanti al giorno), la cocaina (media di 9.5 dosi per 1.000 abitanti al giorno) e l’eroina (media 2.25 dosi per 1.000 abitanti al giorno).
Una notizia positiva, nella relazione, c’è e riguarda i decessi riconducibili all’abuso di sostanze stupefacenti rilevati dalle forze di Polizia o segnalati dalle Prefetture. Nel 2020, le overdose hanno riguardato 308 casi (di cui 267 uomini e 41 donne), con un decremento del 18% rispetto al 2019 (374 casi di overdose). I deceduti di origine straniera sono stati 35 e hanno rappresentato l’11% del totale, spiega la relazione. «La rilevazione sui decessi droga-correlati ha avuto inizio in Italia nel 1973 con l’unico caso segnalato in quell’anno – si legge nella relazione -; nei successivi 47 anni, complessivamente, i decessi sono stati 26.154: il crescente andamento iniziale, soprattutto negli anni settanta e ottanta, può trovare spiegazione nell’espansione dell’uso di eroina, sostanza che ancora oggi figura come causa principale di eventi letali connessi al consumo di sostanze stupefacenti». Nel 2020, infatti, il 56% dei decessi è dovuto al consumo di oppiacei, spiega la relazione: 136 sono i casi eroina-correlati e 35 quelli per overdose di metadone che dal 2,4% del 2010 sono passati all’11% del 2020. Mostrano un aumento progressivo nel corso degli ultimi dieci anni, inoltre, decessi correlati all’uso di cocaina/crack che nel 2020 sono stati 69. È l’Umbria la regione dove si è registrato il più alto tasso di mortalità con quasi 36 decessi ogni milione di residenti di 15-64 anni, seguono la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, le Marche e l’Abruzzo.
12 luglio 2021