La pace vista dai piccoli dell’Acr: «Una pianta bella e rigogliosa»

Bambini e ragazzi dell’Azione cattolica in carovana fino a San Pietro con educatori e genitori. Il Papa: «Grazie per il vostro impegno di costruire una società migliore»

Attuali ed efficaci i messaggi che i ragazzi e le ragazze dell’Azione cattolica diocesana hanno portato per le strade della città ieri mattina, 28 gennaio, in occasione della Carovana della pace. Insieme ai cappellini colorati per mostrare di avere “la pace in testa”, i cartelloni preparati con cura e le parole gridate a ritmo in coro inneggiavano infatti alla pace definendola “come Facebook” perché “rende tutti amici” oppure richiamavano il ritornello di una famosa canzone: “Per quanta pace ancora c’è da fare, amerai il finale”. Con allegria travolgente i circa 2mila bambini, ragazzi, educatori e genitori che hanno preso parte al festoso corteo – che ha visto l’adesione non solo delle parrocchie romane ma anche di quelle della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e di Molfetta – hanno raggiunto piazza San Pietro partendo dai giardini di Castel Sant’Angelo e attraversando via della Conciliazione per pregare insieme l’Angelus con il Papa.

«Grazie per la vostra presenza e per il vostro impegno di costruire una società migliore», ha detto loro Francesco, ricordando come i più piccoli, non solo in occasione della Carovana ma anche durante l’anno associativo, abbiano riflettuto e stiano riflettendo «sulla chiamata a essere custodi del Creato, dono di Dio». Lo hanno spiegato anche Paolo e Ginevra, i due acierrini della parrocchia di San Giustino incaricati di leggere a nome di tutti un messaggio al Santo Padre: «Caro Papa, quest’anno lo slogan dell’Azione cattolica dei ragazzi è “Questa è casa tua!”. Abbiamo capito che la nostra casa è il nostro pianeta e che dobbiamo prendercene tutti cura come in una riserva naturale». E proprio guardando al tema-guida ispirato alla natura i bambini hanno ricavato pure l’immagine che sintetizza il loro impegno a «spegnere il fuoco dell’odio e della violenza», come ha detto ancora Ginevra, sottolineando che «la pace l’abbiamo disegnata come una pianta bella e rigogliosa; al contrario, la guerra è come una pianta secca e spoglia».

La mattinata di festa era iniziata appunto con il raduno alle spalle di Castel Sant’Angelo alle 9 e con la preghiera di benedizione della Carovana – affinché «possa essere un grido e un segno di pace per il mondo» – guidata da don Alfredo Tedesco, assistente diocesano per l’Acr, e dal vescovo ausiliare Paolo Riacciardi. Il presule, che ha camminato con i ragazzi fino a piazza San Pietro, accompagnandoli anche nel momento del pranzo nella vicina parrocchia di San Gregorio VII dove ha poi presieduto la Messa conclusiva, si è detto «molto felice nel vedere tanti bambini e ragazzi e anche famiglie insieme in questo tempo così difficile per la pace nel mondo»; per questo «la Carovana assume un carattere ancora più forte, sapendo che la pace nasce anche dal desiderio di una casa comune» laddove «la dimensione della casa, del sentirsi tutti a casa» non può che «far sentire tutti fratelli e sorelle, mentre purtroppo nel mondo questo ideale non è sempre ricercato».

Anche per Marco Tommasi, presidente dell’Ac diocesana, la Carovana, «momento di chiusura del mese della pace», è contemporaneamente «l’inizio di un cammino in cui cerchiamo di far vedere che una pace è possibile, cominciando dalle nostre vite quotidiane: dobbiamo far cessare le guerre nelle famiglie, nei condomini, sui luoghi di lavoro», ha detto. Tra gli altri, hanno mostrato con i loro sorrisi «che la pace è bella e possibile» Jacopo, Gabriele, Jasmine e Giordano della parrocchia di Sant’Ugo, accompagnati dal seminarista Francesco, dalle loro educatrici, «cariche perché se questa può sembrare una giornata stancante e invece è un momento di felicità», e dal viceparroco don Gabriele Nasca, che ha evidenziato la bellezza di questo appuntamento e come «oggi è importantissimo pregare per la pace».

29 gennaio 2024