La natalità in Italia, «vera e propria emergenza sociale»

Aperta con il messaggio del Papa letto da tre giovani mamme la seconda edizione degli Stati generali. L’auspicio: «Si mettano in atto politiche concrete». Blangiardo (Istat): nel 2070 ««ogni 15 nonni e 19 bisnonni, solo 14 minorenni». L’intervento del presidente Mattarella

Tre giovani mamme in dolce attesa hanno dato voce al saluto che Papa Francesco ha inviato ai partecipanti agli Stati generali della natalità, i cui lavori si sono aperti questa mattina, 12 maggio, all’Auditorium della Conciliazione. «Il tema della natalità rappresenta una vera e propria emergenza sociale – sono le parole del pontefice, che lo scorso anno prese parte alla prima edizione dell’evento promosso dalla Fondazione per la natalità, presieduta da Gigi De Palo -. Non è immediatamente percepibile, come altri problemi che occupano la cronaca, ma è molto urgente: nascono sempre meno bambini e questo significa impoverire il futuro di tutti; l’Italia, l’Europa e l’Occidente si stanno impoverendo di avvenire». Guardando al calo demografico rispetto ai nuovi nati e definendo «una periferia esistenziale dell’Occidente poco visibile», quella delle donne e degli uomini «che hanno il desiderio di un figlio ma non riescono a realizzarlo» e di quei «giovani che faticano a concretizzare il loro sogno familiare», il Papa ha sottolineato come «si abbassa l’asticella del desiderio e ci si accontenta di surrogati mediocri, come gli affari, la macchina, i viaggi, la custodia gelosa del tempo libero» mentre «la bellezza di una famiglia ricca di figli rischia di diventare un’utopia».

Ancora, il Papa si dice preoccupato e spaventato dalla «povertà generativa di chi fa lo sconto al desiderio di felicità che ha nel cuore, di chi si rassegna ad annacquare le aspirazioni più grandi, di chi si accontenta di poco e smette di sperare in grande», perché «colpisce gli esseri umani nella loro ricchezza più grande: mettere al mondo vite per prendersene cura». Da qui l’auspicio di Francesco affinché a più livelli «si favoriscano, migliorino e mettano in atto politiche concrete, volte a rilanciare la natalità e la famiglia», e l’apprezzamento per il titolo scelto per questa seconda edizione degli Stati generali della natalità: “Si può fare”. «È il titolo di chi non si rassegna, di chi spera contro ogni speranza, contro numeri che inesorabilmente peggiorano di anno in anno».

Il compito di analizzare e interpretare i numeri e i dati è stato affidato a Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, che intervistato dalla giornalista Benedetta Rinaldi ha proposto la fotografia di «un ipotetico villaggio del 2070, quando avremo 5 milioni di abitanti in meno in Italia e in particolare 2 milioni di giovani in meno». In questo villaggio per nulla ideale, «ogni 15 nonni e 19 bisnonni ci saranno solamente 14 minorenni – ha illustrato l’esperto – e solo metà della società sarà lavorativa, con tutte le conseguenze nella produzione delle risorse che questo comporterà». Blangiardo, guardando a un altro traguardo, quello del 2050, ha spiegato che «se oggi gli ultracentenari sono 20mila allora saranno 80mila», conseguenza della «caduta della componente giovanile a fronte dell’aumento della popolazione anziana» e definizione di «una realtà sociale nella quale non si può pensare di vivere in maniera efficiente», tenuto conto che «questo non è nemmeno lo scenario più drammatico perché si tratta, anzi, di stime equilibrate».

Per questo il presidente dell’Istat ha sottolineato come «servono interventi seri e duraturi per favorire la natalità e per invertire la tendenza italiana attuale di avere 1,2 figli per donna, considerato anche che nel nostro Paese è dal 2008 che il numero dei nuovi nati è sempre in calo». Tuttavia Blangiardo ha rilevato «una variazione positiva del 6% nell’ultimo trimestre, un primo segnale» nel quale «dobbiamo continuare a credere, procedendo in questa direzione» laddove «pare finalmente esserci in Italia sia da parte della società che della politica una reale consapevolezza del problema e anche una adeguata azione di intervento». Anche Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle famiglie oltre che della Fondazione per la natalità, nel suo saluto in apertura dei lavori – rivolgendosi in particolare ai quasi 2mila studenti presenti perché «in futuro non pensiate che noi adulti di oggi ci siamo arresi e non abbiamo fatto abbastanza per voi» -, aveva evidenziato «la necessità di fare molto più di quanto stiamo facendo», richiamando le istituzioni e la politica ma anche il mondo delle imprese, delle banche e della comunicazione alla consapevolezza che «c’è un petrolio e un gas che va oltre le guerre ed è la vera ricchezza di un Paese: l’umanità», mentre nell’ultimo anno «oltre ad avere conquistato il record nella corsa e ad avere vinto gli Europei noi italiani abbiamo raggiunto il record negativo quanto al calo delle nascite, perdendo 300mila nuove persone».

stati generali della natalità, roberto gualtieri, 2022All’invito a fare di più di De Palo hanno risposto i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha riconosciuto che «la povertà generativa e l’inverno demografico ci richiamano a un impegno concreto ad agire» evidenziando come in particolare «in una città come Roma vada favorita per le famiglie l’organizzazione tra vita e lavoro, un lavoro che deve essere stabile e capace di sostenere un progetto di famiglia». Dello stesso «senso di responsabilità per la spesa pubblica in favore e a sostegno della natalità» ha parlato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, intervenuto con un videomessaggio, mentre il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, riferendo che secondo le stime e le previsioni demografiche «tra il 2021 e il 2032 perderemo 1 milione di studenti», ha detto che «siamo consci dei problemi che ci sono e che hanno una lunga stratificazione ma li stiamo affrontando per cambiare le cose». Infine l’intervento del ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, che ha annunciato come «da oggi la riforma che abbiamo chiamato “Family Act”, con il sostegno alla genitorialità e un investimento nell’umanità, ossia il bene più grande che abbiamo, è legge e la coincidenza di data con l’avvio degli Stati generali della natalità è non solo un segno ma anche un impegno per restituire alle famiglie una stabilità economica» e per fare in modo che «tutti siano liberi di investire in progetti di vita che comprendono la famiglia».

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire il suo messaggio nel quale ha definito la natalità «uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali attuali», riconoscendola poi – guardando all’articolo 31 della Costituzione – «una responsabilità delle istituzioni a tutti i livelli», chiamate a favorire «la conciliazione tra i tempi di cura per la famiglia e i tempi del lavoro, tra i quali non può esserci opposizione».

I lavori proseguiranno nel pomeriggio e per tutta la giornata di domani, sia in presenza sia on-line, con la diretta streaming trasmessa sulla pagina Facebook dedicata.

12 maggio 2022