La missione, «risposta libera alla chiamata di Dio»

Nella basilica di San Giovanni la Veglia missionaria presieduta dal cardinale De Donatis. «Malattia, sofferenza e paura ci interpellano. Ciascuno secondo la propria vocazione è chiamato a dare una risposta»

«La missione è risposta libera e consapevole alla chiamata di Dio ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis, che ieri sera, 29 ottobre, nella basilica di San Giovanni in Laterano, ha presieduto la Veglia missionaria dal tema “Tessitori di fraternità. Eccomi, manda me!”. La meditazione e la preghiera, trasmesse anche in diretta streaming sulla pagina Facebook della diocesi, si sono dipanate non solo dal racconto della vocazione del profeta Isaia ma anche dal passo evangelico che narra della guarigione del cieco di Gerico. E proprio all’emarginato che mostra la sua fede e si fa discepolo di Cristo ha guardato il porporato nella sua riflessione: «Gesù non dà al cieco solo il dono della vista ma il dono di una relazione che lo salva – ha chiosato -. La guarigione di Bartimeo si trasforma in una esperienza di salvezza per la fede e la nuova possibilità di vedere si realizza in una nuova condizione di vita». Infine, guardando ai tempi attuali segnati dalla pandemia, ha aggiunto: «Capire ora cosa ci stia dicendo Dio diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura e l’isolamento ci interpellano, per questo ciascuno, secondo la propria vocazione, è chiamato a dare una risposta».

Una scoperta, quella vocazionale, che hanno avuto modo di sperimentare sulla propria pelle suor Annamaria Panza e don Alfredo De Marsico, entrambi testimoni dell’esperienza di “missio ad gentes”. La prima è una missionaria dell’Immacolata del Pime, impegnata per molti anni in Bangladesh. «”Suora, è vero che i cristiani hanno l’obbligo di amare?” Questa domanda mi è stata posta da due ragazzi indù quando ero ancora una giovane suora – ha raccontato nel corso della celebrazione -. Dopo aver chiesto spiegazione, i giovani mi hanno confessato delle loro personali esperienze con ragazzi e famiglie cristiane, il cui tratto distintivo che li accumunava era, a loro avviso, l’amore disinteressato per tutti». Così «cominciai a riflettere sul comandamento dell’amore e sull’importanza della carità e del servizio», ha proseguito suor Annamaria, che nella sua vita di missionaria si è dedicata agli incontri con i giovani, con i malati e alla dimensione del dialogo interreligioso.

A riecheggiare nel corso nella Veglia anche l’esperienza vissuta da don Alfredo De Marsico, 58 anni, sacerdote della diocesi di Roma fidei donum in Messico. Alle spalle, una fidanzata e il sogno di sposarsi. «Ero un ragazzo borghese ma in famiglia non mi è mai stato insegnato il “classismo”, al contrario – ha confidato -. Questo mi ha aiutato a coltivare una sensibilità nei confronti dei più deboli ed emarginati». Poi, con l’arrivo dell’adolescenza, don Alfredo comincia ad allontanarsi dalla fede, finché, grazie a un prete e alla sua vicinanza, inizia il Cammino neocatecumenale: «Lì, non solo la mia fede è cresciuta ma ho sperimentato la comunione, che oggi incontro in ogni parte del mondo – ha raccontato -. Io non sapevo cosa volesse il Signore da me e ho faticato molto a capirlo, però, una volta che ho ricevuto la chiamata, non ho mai più dubitato».

Un rinnovato impegno, quello di farsi pazienti “tessitori” di fraternità e accoglienza, che hanno scelto di assumersi anche quanti, nel corso dell’anno pastorale, dovrebbero partire per la missione, malgrado l’incertezza della data legata all’emergenza sanitaria in corso. Tra loro, oltre a don Alfredo, una laica della parrocchia Santa Maria Goretti, due Battistine della congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, che partiranno per Haiti, e un frate Minore Conventuale che invece opererà a Cuba. A ciascuno di loro il cardinale ha consegnato il mandato missionario, donando, come da tradizione, croce e Vangelo, segni fondamentali dell’opera che si apprestano a compiere.

30 ottobre 2020