La misericordia, «movimento estremo di prossimità»
Dialogo sul cuore del Giubileo straordinario tra il filosofo Massimo Cacciari e il cardinale Kasper. Il porporato: «Nell’amare, l’onnipotenza di Dio»
Dialogo sul cuore del Giubileo straordinario tra il filosofo Massimo Cacciari e il cardinale Walter Kasper. Il porporato: «L’onnipotenza di Dio si manifesta nell’amare»
La misericordia ci invita «a essere più che uomini»: questa la formulazione del filosofo Massimo Cacciari, presa in prestito da Sant’Agostino. Insieme al cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ieri, 10 maggio, presso l’Auditorium Antonianum, ha partecipato a un incontro dedicato al cuore del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco, promosso dalla facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. Il tema: “Et feci misericordiam cum illis”. La misericordia cristiana, ha proseguito Cacciari, non è di facile comprensione per l’intelletto, bisogna chiedersi come si possa contemporaneamente agire la giustizia e assolvere dalla miseria, compito primo della misericordia: «Un’aporia che si può superare soltanto con la fede», ha affermato il professore ateo.
Così dopo l’incontro “cartaceo” nel volume scritto dal cardinale in occasione del Giubileo “La sfida della misericordia”, a cui il filosofo ha scritto la prefazione, con la moderazione del professore Mario Cucca, Cacciari e Kasper sono tornati a parlare di misericordia, «dove c’è il cuore e c’è anche il misero». Ha iniziato così il filosofo, tratteggiando l’origine etimologica delle parole “misericordia” e “misericordioso”: «Il misericordioso soccorre colui che è in una situazione penosa, cerca di farsi prossimo, sente la pena dell’altro, comprende la pena dell’altro, ed è anche chi lo assolve dalla sua pena, cioè lo libera dalla pena che affligge». Kasper, teologo, ha rincarato: «Misericordia vuol dire caricarsi della miseria degli altri» e ha ricordato che per Dio è un sentimento viscerale.
Dio, ha chiarito il cardinale «si presenta nella sua sovranità, nella sua trascendenza assoluta, ma non vuol dire assenza o mancanza dalle vicende degli uomini; al contrario, la sua trascendenza si dimostra nella sua misericordia, la sua onnipotenza si mostra non nel condannare ma nel perdonare». Così Gesù, ha continuato ancora il cardinale, porta la misericordia a compimento: «Lui non parla solo con le parole ma con i suoi gesti, egli è la parola di Dio in persona». L’estremo la sua morte: «Egli si fa servo fino alla morte sulla croce». Ha poi ricordato Giovanni: «Nella prima lettera Giovanni sintetizza tutto nella frase “Dio è carità” e poiché egli è fedele a se stesso non può fare altro che prostrarsi misericordioso». Così, ha concluso, «la sua onnipotenza si manifesta nell’amare».
Per Cacciari si presenta un problema: «Poniamo che il misericordioso sia un giudice. Se la misericordia la intendiamo radicalmente, non come un’azione particolare, deve poter interessare ogni agente», ha sottolineato, fino al paradosso: «Posso benissimo sentire la pena dell’altro nel momento in cui gliela infliggo, ma posso assolverlo nel momento in cui gliela infliggo?». Dio supera il paradosso, ma possono farlo anche gli uomini: «Dio chiama a essere perfetti», ha affermato Cacciari. La soluzione è alla portata di tutti: «Vicino alla misericordia è il perdono, cioè un per-dono, un dono amplificato». Secondo Cacciari bisogna «azzardare» questa ipotesi: «La misericordia è un movimento estremo di prossimità, altrimenti è solo filantropia». Il professore ha poi ripreso la parabola del buon samaritano, unico a prendersi cura di un uomo nel bisogno: «Alcune interpretazioni buoniste dicono che i passanti di prima potevano pensare che l’uomo fosse morto – ha spiegato -, ma il cuore del samaritano è andato in pezzi di fronte a quello spettacolo. Misericordia ha anche questo senso: solo chi abbatte completamente ogni muro di amore di sé, solo chi apre il proprio cuore fino a spezzarlo, solo chi abbatte ogni difesa può approssimarsi. Solo questa dinamica estrema può spiegare il termine di misericordia».
11 maggio 2016