La misericordia e la sfacciataggine dei figli
La vedova di Zarepta, con fiducia filiale, “cambia” Gesù: è “ora” il momento di moltiplicare il pane anche per i pagani. L’amore è sempre urgente
La vedova di Zarepta, con fiducia filiale, “cambia” Gesù: è “ora” il momento di moltiplicare il pane anche per i pagani. L’amore è sempre urgente
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,24-30)
24Poi Gesù partì di là e andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi.26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia.
27Ed egli le rispondeva:
– Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini.
28Ma la donna gli replicò:
– Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.
29Allora le disse:
– Per questa tua parola, va’:il demonio è uscito da tua figlia.
30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
I figli sanno essere sfacciati. Fin da piccolissimi si accostano ai loro genitori con la convinzione che anche stavolta faranno breccia nel loro cuore e otterranno ciò che desiderano. Sono capaci, più o meno consapevolmente, di elaborare strategie che facciano leva sul punto debole del papà e della mamma, sulle loro viscere di compassione, per poter essere presi ancora una volta in braccio, accuditi, accontentati. Certo, c’è spesso il rischio di ricevere un “no”; ma vale la pena comunque tentare perché, si sa, i genitori hanno da sempre detto un grande “sì” alla loro vita. Rimane profondamente radicata nell’intimo del figlio la fiducia, diremmo la fede, che i genitori sapranno accoglierlo e ascoltarlo e che alla fine, qualunque sia la loro risposta, sarà per il suo bene.
La donna di questo brano del Vangelo ha nel cuore una fiducia filiale che la propria richiesta sarà presa in considerazione dalla misericordia di Gesù. La tipica sfacciataggine dei figli. Da una donna delle parti di Tiro e di Sidone ci si può aspettare di tutto. Di lì è la vedova di Zarepta che ospiterà Elia durante la carestia (1Re 7,9) e di quelle parti è la regina Gezabele (1Re 16,31) che cercherà di ucciderlo. Donne tre volte impure: sono straniere (colei che incontra Gesù è di origine siro-fenicia), con un diverso mondo religioso (di cultura greca), sono donne (ciclicamente impure per le mestruazioni). Per di più uno spirito impuro si è impossessato di sua figlia e quindi abita permanentemente nella sua casa. Cosa abbia in comune questa donna con il Maestro venuto dalla terra degli ebrei è veramente poco…
Gesù, dopo aver moltiplicato il pane per i figli di Israele, pronuncia a Gennesaret un discorso molto chiaro contro gli scribi e i farisei proprio sul tema di ciò che puro ed impuro, affermando che per Dio tutti i cibi in sé sono puri (Mc 7,19) perché l’impurità nasce dal cuore malvagio dell’uomo. E se il pio Israelita, lasciando la terra pagana per ritornare nella terra del popolo eletto, si scuote la polvere rimasta attaccata ai suoi piedi per non contaminarsi, Gesù non fa mai questo gesto: per lui anche la terra dei pagani è santa e degna di essere visitata dal Messia e la salvezza che è venuto a portare è davvero universale. Tuttavia, non è ancora giunto il momento di moltiplicare il pane per tutti, ebrei e pagani. O almeno, così pensa Gesù. Nel piano di Dio c’è prima la conversione di Israele, la sua adesione al Vangelo del regno predicato dal Messia, perché poi Israele stesso diventi lo strumento per portare la luce fino ai confini della terra e inviti tutti i popoli al banchetto del regno di Dio. Jahwè si è così legato alla storia del suo popolo da non voler realizzare il suo piano senza di lui.
Ciò che forse Gesù non aveva previsto è l’incontro con questa donna. “La donna che cambiò Gesù” è il titolo di un libro di Pablo Alonso dedicato a questo brano del Vangelo. La straniera che con la sua sfacciataggine filiale spinge Gesù ad accelerare i tempi e a rivelare il volto vero del Padre, la sua misericordia rivolta a tutti gli uomini, un po’ come la sfacciataggine di Maria anticipa il segno del vino buono nel banchetto nuziale di Cana. «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini»: a prima vista suona molto dura la risposta di Gesù alla supplica della donna, ma in realtà punta essenzialmente a ribadire questo “prima” e “poi” del piano di Dio. L’appellativo di “cani” rivolto ai pagani era abituale nel giudaismo di quel tempo e serviva a marcare una netta differenza tra i figli di Israele e tutti gli altri. Gesù in realtà usa l’espressione “cagnolini”, i cani domestici, quelli che vivono nella stessa casa con i figli e con il padrone. È qui che la donna, grazie al suo intuito di fede, scopre nelle parole e nel cuore di Gesù la possibilità di uno spiraglio, di una breccia: per costui noi pagani siamo cagnolini, gente che condivide con i figli la casa e la tavola…
«Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». La donna comprende che dietro il “no” di Gesù c’è in realtà un grande “si”, quello che la misericordia di Dio pronuncia su ogni essere umano. Il pane della Parola di salvezza è per tutti, perché in realtà tutti sono figli, non importa che stiano sopra o sotto la tavola! La donna siro-fenicia si comporta davvero come una figlia, può insistere nella sua supplica, con sfacciataggine, perché sa chi è Colui che Gesù è venuto a rivelare: Dio, il Padre di tutti, che non può volere che i suoi figli rimangano prigionieri del male. Forse più sfacciato di lei è solo il figlio minore della parabola del Padre prodigo, del capitolo 15 di Luca: decidere di alzarsi e ritornare a casa, dopo aver dilapidato metà del patrimonio di famiglia, convinto che il Padre lo accoglierà ancora e gli darà da mangiare… non perché servo, ma perché figlio.
Così Gesù “cambia”, accoglie il segnale lanciato dal Padre attraverso la donna impura e straniera: è ora e non poi il momento di annunciare il Vangelo del regno anche ai pagani, di moltiplicare il pane per loro, come farà sulla riva orientale del lago, nella zona pagana della Decapoli (Mc 8,1-10). Avanzeranno sette sporte, come settanta sono i popoli della terra secondo la tavola delle genti del libro della Genesi (Gn 10). È la consapevolezza della misericordia del Padre che viene risvegliata in Gesù dall’incontro con questa donna, e la misericordia è sempre urgente, non aspetta e non fa aspettare, perché è sempre il tempo di dare vita a chi non ce l’ha, di sfamare il desiderio del pane di Dio. La sfacciataggine dello straniero e del peccatore, come l’insistenza del figlio, fa breccia nel cuore di Dio, lo mette alle corde, e lo costringe a venire presto incontro all’uomo con la sua misericordia. Scriveva Lutero in un bellissimo commento a questo brano:
Non è una mossa da maestro? La donna (siro-fenicia) prende Cristo in contropiede servendosi delle sue stesse parole. Lui la paragona ad un cane? Lei è d’accordo e chiede soltanto che la si lasci essere un cane, conformemente a quello che egli ha giudicato! Che poteva fare, lui? È in trappola! È vero che si lasciano al cane le briciole sotto la tavola: è un suo diritto. Per questo Cristo, a questo punto, svela completamente il suo pensiero, si arrende alla sua volontà: lei non è un cane, anche lei è una figlia di Israele… (Predicazione su Mt 15,21-28 in un sermone quaresimale del 1525)
4 ottobre 2016