De Donatis: Benedetto XVI ha espresso la fortezza e la dolcezza della fede

La celebrazione presieduta dal cardinale a San Giovanni nel pomeriggio del 30 dicembre. «Uomo della Parola, dello Spirito e dell’Ascolto»

«Quando vorrà, Dio si avvicinerà a questo nostro fratello nel sonno della morte, e gli dirà: “Giuseppe, alzati. Joseph, risorgi”». Così, con commozione, chiudeva la sua omelia il cardinale vicario di Roma, Angelo De Donatis, nella Messa che nel pomeriggio del 30 dicembre ha coinvolto la comunità diocesana per accompagnare «il caro vescovo emerito nel momento della sofferenza e della prova». Poche ore prima dell’annuncio della morte di Benedetto XVI, arrivato stamattina, la basilica di San Giovanni in Laterano era gremita di fedeli per la celebrazione voluta dal vicario di Roma dopo l’appello alla preghiera di Papa Francesco.

Nella Festa della Sacra Famiglia, celebrata proprio ieri, il nome di San Giuseppe, sposo di Maria, e quello di battesimo del Papa emerito, Joseph, si sono intrecciati come segno di Provvidenza. «Ci piace pensare che il nostro vescovo emerito “Giuseppe”, – ha sottolineato De Donatis – ora sia tenuto per mano da San Giuseppe che lo aiuta a mantenere sempre vivo l’invito di Dio a non temere». Parole che oggi risuonano con una luce ancora più forte. E a illuminare questo legame con Giuseppe è anche la passione di Benedetto XVI per la famiglia, nel sogno che fosse sempre più ad immagine di quella di Nazaret. Proprio con lo sguardo rivolto allo sposo di Maria che prende con sé Gesù e sua madre, ha ricordato il vicario, così il Papa emerito si rivolgeva ai fedeli durante un viaggio apostolico in Africa: «Come Giuseppe, non temete di prendere Maria con voi, cioè non temete di amare la Chiesa». E custodire Cristo e la Chiesa significa, ha aggiunto il cardinale, «indicare all’umanità la via che ci conduce alla salvezza e ad una vita piena».

E quello di Benedetto XVI, in questi ultimi anni segnati dalla malattia, è stato un vero e proprio «abbandono fiducioso». Proprio come accadde a San Giuseppe, che credette nei suoi sogni, «segni chiarissimi della volontà di Dio e della capacità del credente di fidarsi e affidarsi». Da sacerdote, da teologo, da vescovo, da Papa, ha ricordato De Donatis, Benedetto «ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità di chi sa che, quando si sogna con Dio, i sogni diventano realtà».

Insomma, per la Diocesi di Roma e per la Chiesa universale, il Papa emerito è stato un uomo della Parola, dello Spirito e dell’Ascolto. Grande testimone di vita intima nel Signore, anche negli ultimi dieci anni dopo la rinuncia al Soglio pontificio, in cui non ha smesso di pregare per la Chiesa e per il mondo. Ad un giornalista che gli chiedeva come si preparasse alla morte, ha concluso De Donatis, il Papa rispose: «Meditando. Cercando di prepararmi a quel momento e soprattutto tenendolo sempre presente». Perché l’importante, ha continuato Benedetto XVI, «è vivere nella consapevolezza che tutta la vita tende a questo incontro. Possiamo soltanto cercare di pensare che questo momento è la vita in senso pieno, un sempre nuovo immergersi nella vastità dell’essere, mentre siamo semplicemente sopraffatti dalla gioia».

De Donatis, Messa e preghiera per Benedetto XVI, San Giovanni in Laterano, 30 dicembre 2022

La Messa di ieri nella cattedrale di Roma è stata il segno, secondo il vicario, della «vitalità e della comunione nella Chiesa», della «gratitudine da parte della diocesi che il papa emerito ha amato tanto e servito con disinteressato amore». E in effetti sui volti dei giovani, adulti, laici e consacrati presenti in chiesa si leggeva già tanta commozione. Del grande affetto per Benedetto XVI è stata testimone la lunga fila di centinaia di fedeli, all’ingresso della Basilica. «Da giovanissimo ministrante ho servito Messa quando Benedetto XVI, da cardinale, venne a fare visita alla mia parrocchia, di cui era titolare. – ha raccontato Matteo, di Santa Maria Consolatrice a Casalbertone -. Abbiamo affisso per lui uno striscione fuori dalla chiesa su cui è scritto: “La tua casa prega per te”». Suor Ferdinanda è una suora francescana ed è venuta a pregare insieme ad alcuni laici della sua comunità parrocchiale. «Non posso dimenticare l’umiltà del Papa emerito, che ha saputo riconoscere il proprio limite e ha preferito lasciare, per dedicare gli ultimi anni della vita alla contemplazione e alla preghiera per la salvezza del mondo». Ora il «sogno di una vita» del vescovo emerito di Roma, per dirlo ancora una volta con le parole di De Donatis, è divenuto «realtà dell’eternità».

31 dicembre 2022